Papa Francesco rompe la tradizione: non riceverà gli ambasciatori nella Sala Regia, causa Covid e danni al tetto

Papa Francesco rompe la tradizione: non riceverà gli ambasciatori nella Sala Regia, causa Covid e danni al tetto
Città del Vaticano - Per la prima volta gli auguri al corpo diplomatico in Vaticano sono stati fatti non più nella Sala Regia, come tradizionalmente...

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Città del Vaticano - Per la prima volta gli auguri al corpo diplomatico in Vaticano sono stati fatti non più nella Sala Regia, come tradizionalmente avveniva, la meravigliosa sala affrescata dal Vasari e a fianco della Sistina, ma nella sala delle benedizioni. Una novità che è stata rimarcata anche da Papa Francesco stamattina davanti agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Si tratta di un locale un po' più lungo, maggiormente arieggiabile e in grado di permettere il ricambio dell'aria. Una misura anti covid che ha suggerito di trasferire l'appuntamento di inizio anno, slittato ad oggi dopo la improvvisa cancellazione per la sciatica che tre settimane fa ha funestato il pontefice. 

Tuttavia vi è un altro problema che ultimamente è stato registrato nella sala del Vasari. Il tetto di quella sala si è molto indebolito, le antiche capriate di legno di querchia che lo sorreggono da secoli sono state infiltrate dall'acqua e di conseguenza hanno causato il distacco - in alcuni punti - dei pezzi dello stucco magnifico che adorna il soffitto a botte. La scoperta di questa situazione ha subito fatto partire sopralluoghi tecnici e analisi minuziose sullo stato di uno degli ambienti più delicati, anche perchè il tetto della Sala Regia è accanto a quello della Sistina, tra le opere d'arte più preziose al mondo, patrimonio dell'umanità. 

Papa Francesco agli ambasciatori, nel suo discorso, ha parlato a lungo di quello che sta accadendo al pianeta, al bisogno di fare avere i vaccini anche ai paesi poveri, si è soffermato sulle conseguenze economiche portate dalla pandemia, sui divari che si sono creati e sul bisogno di proteggere le fasce più deboli della popolazione. Ha posto l'accento al recente accordo che il vaticano ha siglato con la Cina per il rinnovo dei vescovi, ha parlato di dialogo interreligioso e di cooperazione internazionale, delle guerre che affliggono il mondo, (anche se si è di nuovo auto-censurato sul nodo del Nagorno-Karabakh parlando genericamente del Caucaso). 

«Non è solo l’essere umano ad essere malato, lo è anche la nostra Terra. La pandemia ci ha mostrato ancora una volta quanto anch’essa sia fragile e bisognosa di cure» ha detto.

Alla crisi ambientale ha riservato parole importanti: «Certamente vi sono profonde differenze fra la crisi sanitaria provocata dalla pandemia e la crisi ecologica causata da un indiscriminato sfruttamento delle risorse naturali. Quest’ultima ha una dimensione molto più complessa e permanente, e richiede soluzioni condivise di lungo periodo. In realtà, gli impatti, ad esempio, del cambiamento climatico, siano essi diretti, quali gli eventi atmosferici estremi come alluvioni e siccità, oppure indiretti, come la malnutrizione o le malattie respiratorie, sono spesso gravidi di conseguenze che permangono per molto tempo».

 

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Il Mattino