Il lavoro agile potrebbe proseguire anche dopo la fine dell'emergenza. Aziende e dipendenti si sono adattati allo smart working e adesso sarà difficile tornare...
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Problemi con lo smart working? MementoPiù Business risponde
Un campione corrispondente al 70% delle aziende interrogate ritiene comunque che il lavoro agile sarà intervallato dalla presenza in azienda e non dovrebbe superare le tre giornate settimanali. Tanti i vantaggi riscontrati, senza dubbio il risparmio di tempo e i costi legati allo spostamento per i lavoratori (69%), oltre alla maggiore soddisfazione dei dipendenti. Infine, c'è anche un aumento della responsabilità individuale (46%). Nell'altro piatto della bilancia gli svantaggi: perdita delle relazioni sociali (62%), mancanza di separazione tra ambiente domestico e ambiente lavorativo (32%), rischio di un sovraccarico di lavoro (21%).
Novità anche in relazione alla formazione a distanza, nettamente implementata durante la pandemia. Migliorata per il 60% degli intervistati anche l'attenzione alle condizioni di salute, con specifici riferimenti alla prevenzione del Covid. «L’emergenza epidemica ha creato le condizioni, temporanee e forzate, per una sorta di sperimentazione di massa del lavoro da casa, che è cosa diversa dal concetto di smart working - spiega Isabella Covili Faggioli, Presidente Aidp - Oggi la questione è un’altra: cosa rimarrà dell’emergency working? Su queste domande la nostra indagine tra i direttori del personale ha evidenziato due trend fondamentali: il post covid vedrà una crescita sostenuta dello smart working, come strumento dell’organizzazione del lavoro, in quanto i benefici superano le criticità, che pure ci sono. Si apre, così, una nuova fase di ripensamento del futuro del lavoro e soprattutto sarà necessario uno spirito collaborativo tra le parti che eviti la polarizzazione del confronto». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino