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Puntuale, l’Authority della telecomunicazioni (Agcom) in queste ore ha diffuso un comunicato per annunciare il black-out dei sondaggi a partire da sabato notte: «Con riferimento alle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica fissate per il prossimo 25 settembre, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ricorda che, a decorrere dalle 00.00 di sabato 10 settembre 2022 e fino alla chiusura dei seggi elettorali, è vietato rendere pubblici o comunque diffondere con qualsiasi mezzo i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori». L’Autorità ha inoltre sottolineato che il divieto si estende «anche alle manifestazioni di opinione e a quelle rilevazioni che, per modalità di realizzazione e diffusione, possono comunque influenzare l’elettorato».
QUANDO è SCATTATO IL DIVIETO
In Italia il black-out elettorale è stato introdotto nel 2000, quando fu approvata la legge che vieta appunto la diffusione di sondaggi a ridosso delle elezioni (legge n. 28/2000).
NIENTE ESCAMOTAGE
Da qualche anno, sempre per una direttiva dell’Agcom, sono vietati anche i sondaggi “travestiti”, come le “Voci dal Conclave” o le “Corse clandestine” in cui veniva dato a ciascun partito il nome di un “cardinale” o di un “cavallo” e a fianco venivano inseriti i voti ricevuti da ogni “prelato” o la distanza cronometrica tra un “destriero” e l’altro. «Non sono ammessi riferimenti a gare o altre competizioni di fantasia», ha tuonato l’Agcom.
UN LIMITE POCO DIFFUSO
Ma quanto è comune proibire i sondaggi a ridosso delle elezioni? Non esistono dati certi e definitivi sul numero di Paesi al mondo che hanno un divieto per i sondaggi. Tuttavia, secondo quanto riportato da “Rivista studio”, esiste uno elaborato pubblicato nel 2012 dall’università di Hong Kong e condotto su 85 nazioni: i ricercatori cinesi hanno trovato che 38 (ovvero il 46 per cento del campione) imponevano qualche forma di censura sui sondaggi a ridosso del voto. Tuttavia, sempre secondo questo studio, sono relativamente pochi i Paesi dove la legge impone un black-out dei sondaggi lungo come quello italiano: in Argentina, Grecia, Ucraina, e Corea del Sud, oltre appunto all’Italia, dura due settimane, mentre in Honduras è ancora più lungo. Altrove il black-out tende a essere molto più breve: in alcuni Paesi, come Romania e Cipro, di una settimana; in altri come Brasile e Messico di due o tre giorni; e in altri ancora di un giorno appena.
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Il Mattino