Madrid. Un manifesto promozionale di una festa a Ibiza, la perla delle Baleari, ha scatenato l’ultima polemica sulla discriminazione sessuale in Spagna. Non sono...
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Sta di fatto che, contro quei manifesti, è insorto non solo il popolo di ‘twitteros’, che ha inondato di messaggi di protesta l’hashtag #PublicidadMachista: «Realmente pensate che sia degno della vostra traiettoria?», uno dei cinguettii più soft diffusi nella Rete. Ma ha indignato anche associazioni contro la discriminazione di genere e l’assessorato all’Uguaglianza di Ibiza, che ha denunciato «l’uso sessista della donna» nella pubblicità del locale. Il Comune «deplora l’uso denigrante del corpo femminile in campagne pubblicitarie». E il poster pubblicitario è «un esempio dell’uso insensibile e degradante che si fa dell’immagine del corpo della donna con propositi commerciali», il duro comunicato emesso dall’istituzione. La polemica ha surriscaldato la già bollente estate ibicenca, al punto che Ferran Adriá e soci hanno deciso di ritirare immediatamente la campagna pubblicitaria. Ma questo non è stato sufficiente a sedare lo sdegno e le polemiche ben oltre l'ambito insulare.
«Risulta sorprendente che, con l’altissimo livello di designer e artisti che lavorano a Ibiza, imprese di prestigio ricorrano alla proiezione di immagini promozionali così cafone e si limitino a offrire il corpo femminile come prodotto, come merce usa e getta», ha tuonato la responsabile di Uguaglianza del Consiglio comunale, Judith Romero. Che ha insistito sulla “differenza fra l’uso della bellezza del corpo a fini artistici e quello che è semplicemente una esibizione degradante per la donna».
Romero ha lanciato un messaggio ai locali notturni e per il tempo libero dell’isola, perché puntino sulle buone pratiche e sulla qualità nella promozione dell’immagine pubblica. «Certe campagne retrograde, che visualmente ci riportano a molti anni addietro, danneggiano molto l’immagine di Ibiza», ha criticato la Romero. «Oltre a essere controproducenti e contrarie alle politiche che promuoviamo dall’assessorato all’Uguaglianza, perché diventi un’isola di rispetto e libera da aggressioni sessuali». Insomma, un’autentica sferzata per Heart Ibiza, che i proprietari definiscono come spazio destinato a «esplorare i limiti fra la gastronomia, la musica e l’arte». Il ‘cabaret del futuro’ non può ammettere discriminazioni di sorta.
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Il Mattino