Drammatica escalation dello scontro politico in America. Un uomo, alle porte di Washington, ha aperto il fuoco con un fucile semiautomatico contro alcuni membri repubblicani del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il Paese è sotto shock. I feriti alla fine sono cinque, tra cui due agenti e un assistente parlamentare. Ma poteva essere una strage se la polizia non fosse intervenuta nemmeno tre minuti dopo l'allarme lanciato con una telefonata al 911, il numero d'emergenza. «Grazie al coraggio dei poliziotti è stato evitato il massacro», ha spiegato Trump parlando in diretta tv alla nazione.
Uno dei primi ad essere colpiti è stato Scalise - coordinatore del gruppo repubblicano alla Camera - raggiunto dai proiettili ad un'anca. Ricoverato ed operato, le sue condizioni sono stabili. Ma appena comparse le breaking news su tutti i media, il pensiero è inevitabilmente andato alla strage di Tucson del 2011, quando rimase gravemente ferita alla testa la deputata democratica Gabrielle Giffords.
Nel fuggi fuggi generale sono rimaste a terra altre quattro persone, tra cui due degli agenti che hanno affrontato lo sparatore colpendolo a morte. Fin dal primo punto stampa gli investigatori di fatto hanno scartato la pista del terrorismo. Anche se Washington è rimasta blindata per ore, con il Congresso ma anche il presidente e il vice presidente che hanno annullato tutti gli eventi in programma. Tutto è diventato più chiaro quando l'uomo che ha seminato il terrore è stato identificato. E una rapida ricerca sui suoi profili social ha portato alla luce mesi e mesi di rancore politico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino