Ricorso di Stasi in Cassazione: niente via libera all'appello

Alberto Stasi e la vittima Chiara Poggi
Niente via libera al processo d'appello ter per Alberto Stasi, l'ex studente della Bocconi in carcere dopo la condanna definitiva a sedici anni di reclusione con...

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Niente via libera al processo d'appello ter per Alberto Stasi, l'ex studente della Bocconi in carcere dopo la condanna definitiva a sedici anni di reclusione con l'accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi, a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007. È questo il parere espresso dal Sostituto procuratore generale della Cassazione Roberto Aniello nella sua requisitoria durante l'udienza a porte chiuse svoltasi davanti ai giudici della Prima sezione penale ai quali la difesa di Stasi ha presentato un ricorso straordinario sostenendo che nel primo processo di appello si sarebbe omesso di riesaminare nuovamente testimonianze a favore del commercialista già sentite in primo grado.


Secondo il Pg Aniello, il ricorso è da dichiarare «inammissibile» e la sentenza definitiva emessa dagli 'ermellinì il 12 dicembre del 2015, dopo il precedente annullamento dell'assoluzione e l'appello bis, non merita critiche. «Siamo convinti dell'innocenza di Alberto: sia la Corte d'assise d'appello, nel processo bis, sia la Cassazione, hanno violato i principi fissati dalla Corte europea dei Diritti Umani in tema di difesa. Nel ricorso in Cassazione abbiamo rilevato errori di fatto relativi all'assunzione di prove dichiarative», ha detto l'avvocato Angelo Giarda, difensore di Stasi, al termine dell'udienza. Se il ricorso fosse accolto, la pena per l'ex bocconiano sarebbe sospesa e lui potrebbe uscire dal carcere e tornare libero. Ma la strada sembra in salita.

Nel ricorso composto di 39 pagine, Stasi, insieme al suo legale Angelo Giarda, chiede alla Cassazione di revocare «ex art. 625 bis cpp» la sentenza definitiva del 12 dicembre 2015 e di «rilevare l'errore di fatto lamentato, in assenza del quale l'esito decisorio sarebbe stato differente», di conseguenza chiede «l'annullamento con rinvio» della condanna a 16 anni di carcere emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano il 17 dicembre 2014. In caso di accoglimento dovrebbe scattare la sospensione degli effetti della condanna definitiva e Stasi potrebbe lasciare il carcere e tornare libero.


Il ricorso si poggia molto sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani e sostiene che è stato un «errore» non aver sentito nel processo di secondo grado quei testimoni il cui esame era stato decisivo nel giudizio di primo grado che si era concluso con l'assoluzione. Un errore, di cui la stessa Cassazione non si sarebbe accorta, e che avrebbe portato «un gravissimo pregiudizio per i diritti fondamentali» di Stasi che «avrebbe avuto diritto, senza ombra di dubbio, quantomeno a un nuovo grado di giudizio» per poter sentire i testi che lo avevano scagionato in questo processo che è rimasto senza un movente preciso e senza il ritrovamento dell'arma. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino