Roma. L’approvazione della riforma sul pubblico impiego slitterà alla prossima settimana. Il provvedimento, inizialmente annunciato per oggi in consiglio dei...
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Al momento, tuttavia, su nessuno dei testi riformulati dal governo questa intesa è stata raggiunta. Sulle partecipate, per esempio, le Regioni hanno chiesto che la soglia di fatturato sotto la quale scatta la chiusura automatica della società, fosse ridotta da un milione a 500 mila euro. Nelle bozze di provvedimento circolate in questi giorni, tuttavia, questa indicazione non sarebbe stata recepita. La norma, del resto, comporterebbe la chiusura automatica di circa 3 mila società partecipate nell’ambito di un piano di riduzione del perimetro del capitalismo municipale, che dovrebbe portare le società controllate da Comuni e Regioni dalle attuali 8 mila a circa mille.
La resistenza del governo è anche giustificata dal fatto che Palazzo Chigi e il Tesoro sono alla ricerca di fonti di finanziamento alternative per coprire la manovra correttiva da 3,4 miliardi. Il provvedimento taglia-partecipate comporterebbe, secondo alcune stime, risparmi per un miliardo di euro. Il decreto che invece prevede il licenziamento sprint dei dipendenti pubblici colti in flagrante a timbrare il cartellino e a marinare il lavoro, non ha subito modifiche sostanziali. Resta la sospensione dal lavoro entro 48 ore e il termine di 30 giorni per la conclusione del procedimento disciplinare. Sarà comunque espressamente previsto che sono fatti salvi gli effetti prodotti dal decreto nel periodo in cui è già stato in vigore. Questo significa che i licenziamenti e le sospensioni scattate a seguito del provvedimento non saranno revocate.
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Il Mattino