Stato-Mafia, Mancino, il legale: «Intercettato per mesi senza essere indagato»

Stato-Mafia, Mancino, il legale: «Intercettato per mesi senza essere indagato»
«Per molti mesi Nicola Mancino è stato intercettato senza neppure essere iscritto nel registro degli indagati». Così, l'avvocato Nicoletta...

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«Per molti mesi Nicola Mancino è stato intercettato senza neppure essere iscritto nel registro degli indagati». Così, l'avvocato Nicoletta Piergentili proseguendo la sua arringa difensiva al processo sulla trattativa tra Stato e mafia che vede imputato l'ex Presidente del Senato Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza. «Le sue parole intercettate - dice ancora Piergentili - provano in ogni caso una linearità di comportamenti e dichiarazioni che si pretende costituiscano prove di accuse contro la falsa testimonianza, mentre non c'è nessuna traccia di quello che sarà la sua tesi. Quello che traspare sono disorientamento, non solo di Nicola Mancino ma anche, e soprattutto, del suo interlocutore, Loris D'Amborsio, poi scomparso prematuramente». D'Ambrosio era il consigliere giuridico dell'ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano, morto per un infarto nel luglio del 2012. Secondo la Procura di Palermo dietro quelle conversazioni si celava il tentativo dell'ex ministro di condizionare le indagini. «In modo suggestivo l'accusa ha fatto notare che il cittadino Mancino si rivolgeva a persone di alto rango, persino al Presidente della Repubblica - dice l'avvocato Piergentili, che difende Mancino con il collega Massimo Krogh - ma costoro erano i rappresentanti delle istituzioni a lui più vicine per la carica e il ruolo ricoperto, sono persone che hanno fatto parte del suo mondo, un mondo dal quale è stato spazzato via». E cita alcune intercettazioni: «Colpisce - dice Piergentili - lo stupore del consigliere D'Amborsio, nella telefonate del 25 novembre 2011, quando Mancino lo chiama alle nove di sera per comunicargli che è stato di nuovo convocato per il successivo 6 dalla Procura come persona informata dei fatti. E questo è il motivo per il quale sono state disposte le telefonate». «Nessun dialogo - dice l'avvocato - tra Mancino ed esponenti delle istituzioni, nessuna telefonata parla di quello che si andrà a dire».
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Il Mattino