Ha aspettato la fine della requisitoria, dopo quattro udienze. Poi, annunciato dal difensore Armando D'Apote, ha detto alla corte di rinunciare alla prescrizione. Così,...
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Moretti ha chiesto di intervenire subito dopo che il pm Salvatore Giannino aveva elencato le richieste di condanna: per lui è di 15 anni e 6 mesi, contro i 7 inflittigli in primo grado e in linea coi 16 che furono chiesti al tribunale dallo stesso Giannino, che è sostituto alla procura di Lucca. «Ho preso atto di quello che ha detto il procuratore - ha affermato Moretti, sempre presente alle udienze di appello - Sono parecchi anni che si discute in merito alla prescrizione e sono stato spesso portato a bersaglio, per la prescrizione, per i fatti di Viareggio. Rinuncio alla prescrizione, lo faccio per rispetto delle vittime, dei familiari delle vittime e del loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente».
Il presidente della corte Paola Masi gli ha chiesto se fosse consapevole che la rinuncia, una volta dichiarata, vale anche per i successivi gradi di giudizio (Cassazione). Moretti ha detto «sì». Poi, mentre il processo proseguiva con le parti civili, ha lasciato l'aula senza commentare coi cronisti e mentre andava verso l'uscita è stato seguito fuori da una familiare delle vittime, Daniela Rombi, che da dietro gli ha detto: «Pulisciti la bocca prima di parlare delle vittime».
Marco Piagentini, portavoce dell'associazione Il Mondo che Vorrei, dice che «la rinuncia di Moretti era prevedibile di fronte allo sconto esiguo di pena che gli deriva da questo atto, che tuttavia deve essere compreso se di rinuncia alla prescrizione di tutti i reati o solo dei due prescritti», «la nostra richiesta di rinuncia era rivolta a tutti i manager pagati con soldi pubblici».
Le altre richieste vanno da 5 a 8 anni e mezzo. La requisitoria ha ripercorso tutte le carenze in controlli e manutenzione dei materiali, anche sulla loro vetustà (anni '70 in certi casi). Attenzione particolare sull'assile del carro deragliato il cui cedimento, anche per una corrosione non individuata nelle officine tedesche, avviò il disastro, e anche sul picchetto dei binari che squarciò la cisterna rovesciatasi come un 'apriscatolè. L'accusa ha chiesto di condannare le società Fs, Fs Logistica, Rfi, Trenitalia, Gatx Rail Germania, Gatx Rail Australia, Jugenthal Waggon. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino