Stretta sugli avvisi di garanzia, Napoli come Roma

Stretta sugli avvisi di garanzia, Napoli come Roma
A Napoli non esiste una circolare spedita dal capo ai cento sostituti, ma la prassi seguita già da un po' di tempo evidenzia piena sintonia con la strategia del...

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A Napoli non esiste una circolare spedita dal capo ai cento sostituti, ma la prassi seguita già da un po' di tempo evidenzia piena sintonia con la strategia del procuratore Giuseppe Pignatone. Prudenza e niente automatismi - fanno sapere dai piani alti del Centro direzionale - l'iscrizione nel registro degli indagati non deve essere un fatto meccanico, di quelli inoppugnabili. Occorrono «elementi indizianti di carattere specifico» - spiega Pignatone - per procedere all'iscrizione nel registro degli indagati. Una cautela che viene tenuta in considerazione anche a Napoli, da parte dei pm dell'ufficio inquirente guidato dallo scorso agosto dal procuratore Gianni Melillo. Massima sintonia con quanto a Roma è stato annotato in una circolare ad hoc, anche a Napoli si avverte l'esigenza di tutelare tutti i soggetti coinvolti in una vicenda investigativa.


Ma proviamo a fare chiarezza sulla scelta e la sensibilità di un pm, quando nel suo ufficio vengono smistati denunce o esposti su politici, amministratori o uomini d'affari influenti. Cosa fare? Procedere in automatico all'iscrizione nel registro degli indagati, dando inizio al decorso del tempo anche a garanzia delle persone coinvolte, oppure tenere in vita un fascicolo senza indagati? Stando ai bene informati, sono due le possibilità che vengono di volta in volta seguite dai pm, specie in materia di reati contro la pubblica amministrazione. Se l'esposto è generico, anche se colpisce una persona conosciuta in città (a titolo di esempio, un politico o un amministratore), si inizia con l'apertura di un fascicolo modello 45, per notizie non costituenti reato. In una seconda fase, si cercano riscontri concreti e individualizzanti rispetto alla denuncia iniziale, al punto tale da procedere all'iscrizione nel registro degli indagati. Si passa in questo caso dal modello 45, al modello 21, con la doverosa iscrizione del denunciato nel registro degli indagati. Una svolta che dà inizio al procedimento, che fa decorrere il tempo a disposizione per compiere le indagini e che apre potenzialmente la dialettica tra accusa e difesa dinanzi ad un giudice. Mentre un «modello 45» viene archiviato dal pm (che non lo rende conoscibile alle parti), il fascicolo con gli indagati presuppone una identificazione formale della persona coinvolta con tutti le garanzie del caso e un intervento del giudice.


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