Ha 44 anni, è di Sorrento, ed è in cura per un carcinoma polmonare al Pascale, il primo paziente italiano arruolato in uno studio clinico con un farmaco innovativo...
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«Queste mutazioni - dice il direttore scientifico del Pascale, Gerardo Botti - sono estremamente rare e difficili da individuare. Nel nostro Istituto è stato possibile trovare la fusione del gene RET grazie all'utilizzo di sofisticate tecnologie di sequenziamento per l'analisi della biopsia liquida. L'integrazione di ricerca clinica e di laboratorio nel Pascale rende così possibile l'applicazione di terapie innovative ai pazienti oncologici. Speriamo a questo punto che il farmaco si riveli all'altezza delle aspettative».
Si parte dal Pascale, dunque, ma l'obiettivo è di trasferire la logica di approccio multidisciplinare a tutto il territorio regionale attraverso la rete della medicina di precisione. «Il Covid - dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi - ci ha sicuramente insegnato che non si può combattere un battaglia planetaria con risposte localistiche. Da soli non ce la facciamo. Solo i meccanismi di rete possono sostenere l'impatto di problematiche complesse. La rete della medicina di precisione e la rete oncologica individuano modalità di approccio complementari, nuovo paradigma applicativo del nostro 1+1=3». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino