Stupefacenti, il traffico vale l’1% di Pil all’anno

Stupefacenti, il traffico vale l’1% di Pil all’anno
Un mercato in continua crescita che è arrivato a pesare per lo 0,9 per cento del Pil, 69 nuove sostanze individuate, un numero crescente di minori coinvolti e 298 decessi...

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Un mercato in continua crescita che è arrivato a pesare per lo 0,9 per cento del Pil, 69 nuove sostanze individuate, un numero crescente di minori coinvolti e 298 decessi accertati: i dati che emergono dalla relazione al Parlamento sul consumo di droghe in Italia sono inquietanti. E lo sono anche di più se si incrociano con quelli raccolti dall’European drug report presentati a giugno. Secondo questo dossier, a Spagna, Italia e Gran Bretagna sono riconducibili i tre quarti delle richieste di trattamento specialistico per dipendenza da cocaina. Ma l’Italia non è solo una grande piazza di spaccio: è anche uno dei maggiori canali di vendita. Si legge, infatti, nel report targato Ue: «Un’ampia percentuale di droghe illecite passa attraverso l’Italia in rotta verso altri paesi dell’Unione europea». 

IL BUSINESS
Non c’è quindi da meravigliarsi se, come scrive il dipartimento per le politiche antidroga del Consiglio dei ministri nella sua relazione: «Le attività economiche connesse al mercato delle sostanze psicoattive illegali rappresentano circa il 75 per cento di tutte le attività illegali e pesano per circa lo 0,9 per cento sul Pil. Il consumo di tali sostanze è stimato valere 14,4 miliardi di euro, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Il 40 per cento è attribuibile alla spesa per il consumo di cocaina». Le droghe più diffuse sono la cannabis e i suoi derivati per la quale gli italiani spendono, però, “solo” 4,1 miliardi all’anno, 2 miliardi in meno che per la cocaina. 2,3 miliardi se ne vanno in eroina e 1,9 in altre sostanze. Tutti soldi che finiscono in mano alla criminalità organizzata.
Per combattere il nemico nel 2017 (l’anno considerato nella relazione presentata qualche giorno fa) sono state condotte 25.765 operazioni/attività antidroga, considerando solo quelle di esclusiva rilevanza penale, con un aumento di circa l’8 per cento rispetto al 2016. «Nell’ultimo biennio si è osservata una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti nei quali si era registrato un trend in diminuzione», scrive il dipartimento. E la Campania, con 2.264 interventi è la terza regione italiana dove si registra la maggiore attività delle forze dell’ordine, preceduta solo da Lazio e Lombardia. 
I SEQUESTRI
Nello stesso anno sono stati sequestrati 114.588,60 chili di sostanze stupefacenti, con un aumento di circa il 60 per cento rispetto al 2016. E la sostanza finita nelle mani delle forze dell’ordine, analizzata si è dimostrata anche più pura degli anni precedenti. I sequestri si succedono, ma non riescono ad arginare il consumo visto che ben un terzo della popolazione fra i 15 ed i 64 anni, perlopiù uomini, ha sperimentato sostanze psicoattive illegali almeno una volta nel corso della propria vita e uno su dieci (circa 4 milioni) lo ha fatto nel corso del 2017. La cannabis, lo abbiamo già sottolineato, è la sostanza più diffusa, il 10 per cento della popolazione ne ha fatto uso almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Minore la percentuale di chi riferisce uso di cocaina (1,2 per cento), di oppiacei (0,6 per cento) e di spice (0,5 per cento).
Il dato più allarmante, però, riguarda la diffusione delle sostanze tossiche tra i minorenni. Il 34 per cento degli studenti ha fumato almeno uno spinello, ma spesso ha fatto uso anche di pasticche, cocaina, o si è lasciato affascinare dalle nuove droghe, quelle più difficili da rintracciare. Anche tra i giovani la sostanza più utilizzata è la cannabis il cui trend è in crescita tra gli studenti, seguita da spice (12 per cento), nuove sostanZe psicoattive, dette Nps, (4 per cento) e cocaina (3,4 per cento). L’1,6 per cento degli studenti ha fatto uso di sostanze senza sapere cosa fossero. E non c’è da stupirsi. 

Ogni anno viene aggiornato l’albo delle sostanze proibite: nel 2017 le new entry sono state 69. Ma mentre gli operatori sanitari studiano, i laboratori illegali già producono nuovi cocktail letali che vengono distribuiti sul mercato anche attraverso internet. Attualmente si stimano oltre 200.000 utilizzatori ad alto rischio di oppiacei, 100.000 di cocaina e quasi 1.400.000 di cannabis. E quasi nessuno sa quello che veramente sta fumando o sniffando.
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Il Mattino