Valente: «Sud, il Pd faccia di più per le donne in politica»

Valente: «Sud, il Pd faccia di più per le donne in politica»
Senatrice Valeria Valente mancano poche ore alla chiusura delle liste ma ci sono ancora polemiche. Tra esclusi, paracadutati e donne democrat che nelle chat accusano di essere...

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Senatrice Valeria Valente mancano poche ore alla chiusura delle liste ma ci sono ancora polemiche. Tra esclusi, paracadutati e donne democrat che nelle chat accusano di essere state usate come tappabuchi.


«Le tensioni per le liste sono purtroppo qualcosa di fisiologico e attraversano tutte le forze politiche. Questa volta è stata più difficile per tutti per la riduzione del numero dei parlamentari. Sulla presenza delle donne nelle liste credo che la politica tutta, sopratutto al Sud, sia ancora molto indietro. I partiti qui sono ancora attraversati da logiche e sistemi che fanno fatica a riconoscere autorevolezza, autonomia e capacità alle donne. Letta ha fatto un grande sforzo nel Pd, ma nel Sud anche il mio partito deve fare di più».

Letta si candida a Vincenza per espugnare il profondo Nord. Il Pd non avrebbe dovuto dare un segnale anche al Sud?
«In Campania, abbiamo candidato come capilista tre personalità come Dario Franceschini, Susanna Camusso e Roberto Speranza. Tre figure autorevoli, riconosciute, che nei loro ruoli hanno dimostrato quanto la cultura, il lavoro e la salute siano centrali nei modelli di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno. Ora dobbiamo continuare a lavorare affinché il 40 per cento delle risorse del Pnrr vada effettivamente impegnato e speso nel Mezzogiorno, per la transizione ecologica, l'innovazione, il turismo, l'agricoltura, il lavoro di giovani e donne, la sicurezza. Giorgia Meloni ha già detto che rimetterà in discussione il piano. È evidente che si tratterebbe di una scelta irresponsabile e pericolosa per il Sud».

Come invertire una corsa che sembra a favore del centrodestra.
«Ecco, sembra. Non sarebbe la prima volta che i sondaggi non registrano le reali intenzioni degli elettori. La sfida è aperta. Il Pd è in crescita e noi crediamo che si affermerà come primo partito. Il centrodestra ha la grande responsabilità di aver fatto cadere l'esecutivo Draghi e ora sta promettendo di tutto, ma si tratta solo di promesse, gli elettori lo sanno bene».

Calenda e Renzi non rischiano di avvantaggiare le destre?
«La scelta di Calenda è stata incomprensibile e irresponsabile. In ogni caso, si tratta di forze che si professano liberali e progressiste e quindi queste destre dovrebbero rappresentare il loro principale avversario. Del resto, stando al loro programma mi sembra che sia il voto delle destre quello che cercano».

Come risponde a chi vi dice di aver portato con voi esponenti di Sinistra italiana che hanno votato contro Draghi?
«Rivendichiamo con orgoglio quanto fatto dal governo Draghi, che in quella fase è stato decisivo e prezioso per il Paese. A sostegno di quel governo, però, non c'era una maggioranza politica. Sinistra italiana è una forza europeista, con cui condividiamo tante idee su lavoro, diritti e ambiente. Lega, Fdi e Fi ora sono una coalizione, fino a poche settimane fa Fdi, principale partito, era all'opposizione. Lì sono le contraddizioni».

Tra le vostre proposte c'è il salario minimo e il reddito di cittadinanza, anche se ricalibrato. Ma sono misure viste con sospetto al Nord ed in certi ambienti imprenditoriali.
«Tutti i paesi europei hanno una misura contro la povertà come il reddito di cittadinanza, che va rimodulato. Il salario minimo è una scommessa di dignità che per il Pd va coniugata con il taglio del cuneo fiscale. Bisogna rendere le buste paga più pesanti per le lavoratrici e i lavoratori, ma anche più leggere per i datori di lavoro. Per il Pd il lavoro e le imprese che lo creano vengono al primo posto».

A chi vi rivolgerete per il voto al Pd?
«Mi rivolgo a tutte e tutti, ovviamente. Ma credo che se dovesse vincere Giorgia Meloni sarebbero le donne a rischiare di più. Naturalmente è positivo che una donna possa correre da Premier, ma non basta essere donna se si è a capo di un partito reazionario, legato all'idea di famiglia tradizionale, che in Europa è amico di Orban e di chi nega i diritti delle donne. Per noi le donne sono la leva del cambiamento, vogliamo che possano scegliere e che possano avere famiglia e lavoro, autonomia, diritti e libertà».

La Lega spinge sull'autonomia differenziata: il Sud ne soffrirà?
«L'autonomia differenziata che vuole la Lega è un errore tragico, una secessione soft. Un simbolo delle loro contraddizioni (che pensa Fdi?) e di quanto poco conti il Sud per il centrodestra. Ci opporremo in tutti modi, un cittadino che vive al Sud deve avere gli stessi diritti e la stessa qualità dei servizi e della vita di uno che vive al Nord. Il voto al Pd è l'unico con cui si può centrare questo obiettivo».

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«La candidatura di de Magistris è ancora da vedere ma i danni che ha prodotto la sua amministrazione restano nella memoria dei napoletani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino