Suicidio assistito, ecco cosa dice la sentenza della Consulta

Suicidio assistito, ecco cosa dice la sentenza della Consulta
Tre anni fa la Corte costituzionale ha aperto al suicidio assistito, stabilendo la non punibilità a determinate condizioni di chi lo agevola. Ma ha anche nuovamente...

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Tre anni fa la Corte costituzionale ha aperto al suicidio assistito, stabilendo la non punibilità a determinate condizioni di chi lo agevola. Ma ha anche nuovamente sollecitato il Parlamento a intervenire, giudicando «indispensabile» una legge. Legge che nonostante il tempo trascorso ancora non c'è. Solo nelle scorse settimane il centro-destra ha accantonato l'ostruzionismo sul ddl sul suicidio assistito che dà attuazione alla sentenza della Corte e le Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera hanno iniziato a votare gli emendamenti al testo. Intanto la Cassazione prima e poi la Corte costituzionale dovranno pronunciarsi sull'ammissibilità del referendum sull'eutanasia legale, a sostegno del quale sono state presentate 1 milione di firme: se ci sarà il via libera si voterà l'anno prossimo in primavera.

Suicidio assistito, da Welby a Eluana fino a dj Fabo: tutti i casi che hanno scosso le coscienze e mosso i tribunali

All'origine della storica sentenza della Consulta il del Dj Fabo, che rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale, scelse di porre fine alle sue atroci sofferenze sottoponendosi al suicidio assistito in una clinica in Svizzera. Lo accompagnò Marco Cappato, leader dell'associazione Luca Coscioni, che per questo finì sotto processo a Milano e venne assolto alla luce della sentenza della Corte costituzionale. Non è punibile, secondo quella pronuncia, chi agevola il suicidio se la scelta di togliersi la vita è una «decisione autonoma» da parte di chi è sottoposto a «trattamenti di sostegno vitale» e «affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili», purchè si tratti di una persona «pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli». Condizioni la cui verifica è stata affidata dalla Consulta, in attesa dell'intervento del legislatore, a una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente.

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Il Mattino