OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi di reclusione l’84enne ingegnere, Ottaviano Boni, unico imputato rimasto in vita, per il crollo dell’Hotel Roma di Amatrice. Nella notte del terremoto del 24 agosto del 2016, la struttura ricettiva, molto conosciuta anche per il ristorante, collassò, causando la morte di sette persone, che occupavano le trenta stanze. Nei confronti di Boni - all’epoca dei fatti, progettista strutturale e direttore dei lavori - le accuse sono di omicidio e disastro colposi. Quello relativo all’Hotel Roma è stato il procedimento penale più rapido (come durata processuale) tra quelli che si sono conclusi sui crolli per il sisma ad Amatrice, per via della presenza di un solo imputato. In realtà, inizialmente, gli imputati individuati dalla Procura di Rieti (pubblici ministeri Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti) erano complessivamente cinque, ma quattro di loro sono deceduti negli anni o nel corso della fase istruttoria.
I PASSAGGI
Il procedimento penale aveva preso il via il 24 giugno del 2021, a quasi cinque anni dal sisma, con il rinvio a giudizio di Boni. Nelle fasi cruciali del dibattimento era stata più volte ripercorsa dai consulenti tecnici della Procura di Rieti la lunga e tortuosa storia edilizia del complesso di edifici che costituivano l’Hotel Roma, meta di numerose persone anche da Roma: i primi carteggi risalivano al 1968, a cui si aggiunsero varianti, alcune ristrutturazioni (del 1975), opere di sistemazione esterne (1977), lavori di rifacimento degli interni (1978), ampliamenti e completamento dei muri di contenimento (1988) fino ad arrivare alla realizzazione di un parcheggio esterno (2002).
IL SIMBOLO
L’Hotel Roma era il più rinomato dell’Amatriciano. In quelle giornate della seconda parte dell’estate 2016 ospitava almeno 70 persone nelle trenta stanze, turisti arrivati in città per la 50ma Sagra degli Spaghetti all’Amatriciana, che era in programma nel successivo fine settimana (il crollo avvenne nella notte tra il martedì e il mercoledì precedenti). Aperto inizialmente solo come ristorante da Antonio Bucci e Maria Gianni, da cinquant’anni si era trasformato in albergo. Lo chef del Roma aveva avuto l’onore di cucinare per Giovanni Paolo II e, da quel momento, nel menù, era stato inserito il “risotto papale”, cucinato con i formaggi dei pastori dei monti della Laga.
Il Mattino