Terremoto, scossa in Adriatico al largo di Rimini e Ravenna

Terremoto nel mar Adriatico settentrionale. Una scossa di magnitudo 2.8 è stata registrata alle 10.51 dall'istituto nazionale di vulcanologia al largo di Ravenna e...

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Terremoto nel mar Adriatico settentrionale. Una scossa di magnitudo 2.8 è stata registrata alle 10.51 dall'istituto nazionale di vulcanologia al largo di Ravenna e Rimini. L'Ingv segnala una profondità di trenta chilometri. Il sisma è stato avvertito molto debolmente sulla costa e non risulta alcun danno a persone o cose.


Terremoto, emozioni ad Amatrice nella veglia di preghiera per il terzo anniversario fiaccolata in Corso Umberto I
   

Ieri notte dolore ad Amatrice in ricordo del terremoto. Alle 3,36 del mattino i rintocchi ripetuti delle campane spezzano il silenzio di fronte a quel resta della chiesa di Sant'Agostino. Oltre seicento fiaccole bucano la notte ricordando la tragedia che si è consumata tre anni fa, quanto le scosse di terremoto hanno praticamente raso al suolo Amatrice, segnando per sempre le esistenze dei suoi cittadini. Stanotte gli abitanti di Amatrice hanno voluto stringersi in quanto comunità per condividere il dolore e il ricordo delle 239 vittime del sisma. Le celebrazioni sono iniziate all'1.30, con la veglia che si è svolta presso il palazzetto dello Sport, celebrata dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili. I 400 posti a sedere sistemati davanti all'altare erano riservati ai parenti e ai familiari delle vittime, gli altri 450 posti sulle tribune agli altri cittadini. Non c'è la politica. L'unico amministratore presente è l'ex sindaco e oggi consigliere regionale di Fratelli d'Italia Sergio Pirozzi, che tutti qui salutano come un amico, un semplice concittadino. Al termine della veglia di preghiera alla presenza del vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili, la folla impugna le fiaccole e per la prima volta sfila, in assoluto silenzio, lungo corso Umberto, camminando dentro la zona rossa. La luce delle candele illumina gli scheletri ancora in piedi dei palazzi, i cumoli di macerie ancora visibili. La folla raggiunge la chiesa di Sant'Agostino. Dove, scanditi dai rintocchi della campana, sono stati letti uno ad uno i nomi delle vittime. In tanti lasciano i lumini accanto ai cumuli di macerie, di fronte alla propria casa che non c'è più. Infine la preghiera di chiusura nel parco Don Minozzi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino