Texas, uomo entra in chiesa con un mitra e fa strage: almeno 26 morti

Ha aperto il fuoco durante la messa della domenica mattina nella chiesa di Sutherland Springs, in Texas, meno di 50 chilometri a est di San Antonio. Ed ha compiuto un massacro,...

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Ha aperto il fuoco durante la messa della domenica mattina nella chiesa di Sutherland Springs, in Texas, meno di 50 chilometri a est di San Antonio. Ed ha compiuto un massacro, lasciando a terra almeno 26 morti e 20 feriti, prima di essere ucciso dalla polizia al termine di un breve inseguimento.


Il killer è stato identificato come Devin Patrick Kelley, 26enne veterano dell'aeronautica, dove è stato dal 2009 al 2013. Kelley, che in estate insegnava "studi biblici", sulla sua pagina Facebook, ora cancellata, si era ritratto con un fucile semiautomatico Ar-15 in mano.

Secondo la ricostruzione fatta in conferenza stampa dal governatore dello Stato, Greg Abbott, l'assalitore, vestito tutto di nero e con un giubbotto antiproiettile, è sceso da un'automobile e ha cominciato a sparare in strada con un fucile d'assalto. Poi è entrato in chiesa e ha continuato a sparare. Poi è uscito, ma fuori dalla chiesa è stato affrontato da un individuo armato: a quel punto l'uomo ha lasciato cadere il fucile ed è fuggito. È morto per un colpo di arma da fuoco, ma ancora non si sa se si sia trattato di suicidio o no. Ventitre persone sono state uccise dentro la chiesa, altre 3 all'esterno. Venti persone sono al momento ricoverate in ospedale, alcune delle quali ferite gravemente. L'età delle vittime va dai 4 ai 78 anni.

Tra queste c'è anche la figlia 14enne di Frank Pomeroy, pastore della chiesa. L'uomo non si trovava alla funzione, a dare la notizia della morte è stata la moglie, Sherry, alla Cnn. Ma si sa poco altro: le autorità indagano, Fbi compresa, e scorrono in tv immagini fin troppo consuete: un gran numero di mezzi della Polizia, ambulanze, elicotteri che sorvolano la zona e tanti volti terrorizzati ed in lacrime. In pratica «metà della congregazione è stata uccisa nel corso della sparatoria», dicono alcuni testimoni ai media locali. 
La ricostruzione è affidata alle testimonianze: venti colpi di pistola, esplosi uno dopo l'altro in un lasso di tempo molto ravvicinato. Per il resto regna assoluta l'incredulità nella piccola comunità attorno alla First Baptist Church, una comunità ristretta, adesso sgomenta. Kelley avrebbe cominciato a sparare prima di fare ingresso nell'edificio per poi continuare all'interno. Indossava una maschera e aveva con sè molte munizioni. Una persona avrebbe
inoltre risposto al fuoco.
 
Esiste un video della messa che gli inquirenti stanno prendendo in considerazione. Stando ad alcune indicazioni, ma ancora non verificate, lo sparatore avrebbe tentato di fuggire a bordo di un auto dopo aver aperto il fuoco, tentativo però subito fallito. Si fanno avanti ipotesi che si tratti di un residente della zona. 
 
La notizia irrompe mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appena cominciato un lungo tour in Asia che lo terrà per giorni lontano dagli Usa. Dal Giappone, la prima tappa, twitta: «Dio sia con la gente di Sutherland Springs, Texas. L'Fbi e le forze di sicurezza sono sul posto. Io monitoro la situazione dal Giappone».
 

L'America torna a interrogarsi ed avere paura. Solo pochi giorni fa l'attacco, per mano di un soldato dell'Isis nel cuore di New York con un camion su una pista ciclabile che ha fatto 8 morti. E solo un mese fa un altra strage con la sparatoria più sanguinosa di sempre: 58 vittime della violenza cieca di Stephen Paddock che dalla finestra di una suite al 32mo piano del Mandalay Bay Hotel Las Vegas, dove si era barricato con un arsenale di armi automatiche e munizioni, ha sparato come un cecchino all'impazzata contro la folla di un festival di musica country. Il movente anche in quell'occasione resta oscuro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino