È stato arrestato Nino Ciccarelli, uno dei capi curva dell'Inter, per gli scontri di Santo Stefano che hanno provocato la morte di Daniele Belardinelli,...
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Nei giorni scorsi era emerso che tra gli indagati nell'indagine della Procura di Milano c'è anche Alessandro Caravita, il figlio diciannovenne di Franco, lo storico fondatore e capo dei Boys dell'Inter. Caravita jr, sentito nei giorni scorsi come testimone, è andato l'11 gennaio con uno dei suoi avvocati in questura per la consegna dell'avviso di conferimento dell'incarico ai consulenti della Procura in vista dell'autopsia e per accertamenti irripetibili sugli abiti della vittima e sulle auto o già sequestrate o in via di sequestro. Il giovane, a differenza del padre, che ha vecchi precedenti specifici, è incensurato e da quanto è stato riferito ha pure ricevuto una informazione di garanzia per rissa aggravata e omicidio volontario. Reati questi contestati a tutti gli indagati.
Mentre le indagini, che pare siano vicine a una svolta, stanno stringendo il cerchio su due delle quattro macchine finite nel mirino della Digos e che hanno fatto parte della carovana azzurra che era in via Novara quando sono scoppiati gli scontri - una Volvo già stata sequestrata, e altre tre, tra cui un mini van, alle quali a ore verranno messi i sigilli - il numero degli ultras finiti sotto inchiesta è salito: anche se inquirenti e investigatori hanno le bocche cucite, sarebbero una trentina.
Tra questi ci sono i nomi, oltre che dei quattro arrestati nei giorni scorsi (uno è stato scarcerato) e di Ciccarelli, i
quattro tifosi che hanno accompagnato Belardinelli in ospedale, e tra i 15 giovani napoletani (inizialmente erano otto), anche i quattro accoltellati, tra i quali uno in modo grave all'addome. Infine alcuni che sentiti come testimoni in questi giorni sono poi stati iscritti nel registro degli indagati. Come è accaduto a Caravita jr che sarebbe rimasto a bocca aperta in quanto, come è stato riferito, è convinto di essere innocente.
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Il Mattino