Aggredito dal trapper Elia Baby, la vittima: «Io accoltellato alle spalle, quel trapper era fuori di sé»

Aggredito dal trapper Elia Baby, la vittima: «Io accoltellato alle spalle, quel trapper era fuori di sé»
Fabio Piu si trova a combattere il match più difficile della sua vita. Non su uno dei ring che ha calcato in 14 anni di carriera, prima nel pugilato e poi nelle Mma, ma su...

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Fabio Piu si trova a combattere il match più difficile della sua vita. Non su uno dei ring che ha calcato in 14 anni di carriera, prima nel pugilato e poi nelle Mma, ma su un letto d’ospedale dell’unità spinale di una clinica, a Cagliari. Vittima della follia e dell’odio immotivato che hanno portato il trapper romano Elia Baby, più noto alle cronache nere che a quelle musicali, ad accoltellarlo, alla schiena, nella notte tra il 13 e 14 agosto, lungo la spiaggia Marinella, a Porto Rotondo. Una notte che non dimenticherà mai. Perché Fabio non sa ancora se potrà mai tornare a camminare. «Ero andato a trovare dei miei amici buttafuori – racconta dal letto d’ospedale – quando ho notato questo gruppo di romani che stava seminando il panico». 

Tra loro c’era Elia Baby? Lei lo conosceva?
«Non ne avevo mai sentito parlare prima. In ogni caso, i miei amici stavano cercando di placare quel gruppo di persone che sembrava fuori di testa».

Cosa stavano facendo?
«Lanciavano bottiglie, insultavano i passanti, spintonavano la gente. E non ne volevano sapere di smettere».

Lei come si è comportato?
«Vedendo i miei amici buttafuori in difficoltà, li ho invitati a cambiare atteggiamento. Insomma, ho cercato di farli ragionare».

La loro reazione?
«Mi ricordo che questo Elia è sbottato dicendomi “tu non sai chi sono io”. Non solo: mi ha anche insultato, dicendomi di tenermi alla larga».

Erano tutti romani?
«Sì, con Elia c’erano dei ragazzi romani, amici suoi. Dopo il mio invito, comunque, la cosa sembrava finita. Quegli esagitati sembravano essersi placati. Per questo ero tranquillo». 

Quando ha rivisto Elia?
«Dieci minuti dopo, mentre andavo alla mia macchina, nel parcheggio, quel ragazzo mi ha aggredito alle spalle, dandomi una coltellata. Ricordo che sono caduto faccia a terra. Avevo subito perso la sensibilità alle gambe. Sembrava che me le avesse tagliate. Per questo alla gente che è intervenuta in mio soccorso chiedevo se ci fossero ancora». 

Elia, intanto, era scappato, ma verrà preso dai carabinieri mentre si rifugiava da un amico e arrestato per tentato omicidio. Cosa le hanno detto i medici?
«Intanto ringrazio le persone che mi hanno soccorso, cercando anche di arginare le perdite di sangue dalla schiena. Ero in un lago di sangue. Per adesso i sanitari non si sbilanciano».

Dove l’ha colpita il trapper?
«Mi ha accoltellato alla colonna vertebrale tanto che alcuni frammenti ossei sono finiti nel midollo».

Lei viene da 14 anni di esperienza nel pugilato e nelle Mma: insomma, è abituato a sapersi difendere...
«Non sapevo assolutamente chi avevo davanti e pensavo che dopo il mio invito a cambiare atteggiamento, la cosa fosse finita lì. Ovviamente se avessi saputo di che pasta era fatto questo Elia, mi sarei guardato anche le spalle».

In ospedale è stato sottoposto ad un’operazione complessa...
«Un intervento durato 8 ore. Ora mi trovo in una clinica specializzata, ma, come le ho detto, i medici sono cauti. Ho perso la sensibilità dall’ombelico in giù e non so se e quando potrà riacquistarla».

I compagni e gli allenatori, e poi gli amici. Da Salvatore Erittu, suo amico fraterno al suo coach di Mma, Giammario Mereu, tutti gli sono vicini in queste ore. «Combatterò con tutte le mie forze per rimettermi in piedi quanto prima – racconta – ancora Fabio – per poter vivere la vita come un 34enne sogna di fare». 

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Il Mattino