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Uno schianto violentissimo, le fiamme, le urla. Nella notte due treni si sono scontrati frontalmente nei pressi del villaggio di Tebi, poco fuori Larissa, nella Grecia centrale, causando la peggiore strage ferroviaria nella storia del Paese: almeno 41 morti, più di 130 feriti e un numero imprecisato di dispersi forse rimasti stritolati nelle carrozze 2 e 3 del treno passeggeri, carico di studenti universitari che tornavano a casa. Quest'ultimo correva verso Salonicco quando si è trovato di fronte un treno merci destinato a Larissa: i due convogli erano finiti probabilmente per errore umano o negligenza sulla stessa tratta, ma in direzione opposta.
L'incidente
I soccorritori si sono trovati di fronte uno scenario apocalittico: vagoni «polverizzati» e in fiamme dove non era possibile tirar fuori le persone - in sette sono morti carbonizzati, secondo l'ultimo bilancio - cadaveri e feriti scaraventati a 40 metri dalle carrozze in mezzo alla campagna. Enorme lo shock nel Paese, le cui autorità - dalla presidente della Repubblica Katerina Sakellaropoulou al premier Kyriakos Mitsotakis - sono accorse sul luogo della tragedia e a visitare i feriti negli ospedali di Larissa, davanti ai quali si sono formate lunghe file di persone pronte a donare sangue. Il governo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. «Faremo tutto ciò che è in nostro potere per garantire che nulla di simile accada di nuovo», ha detto il premier arrivando a Tebi. Il treno passeggeri, un Intercity, aveva a bordo 342 passeggeri, mentre sui due convogli erano in servizio 10 ferrovieri (due di loro sul merci).
Nove sarebbero morti, mentre un gran numero di vittime sull'Intercity erano studenti universitari poco più ventenni che rientravano a Salonicco da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso. Quasi subito il dito è stato puntato sulle numerose e croniche deficienze del sistema ferroviario ellenico: carenza di personale, infrastrutture antiquate, mancanza di manutenzione, come denunciato dai sindacati.
Le proteste
Le ferrovie greche sono gestite da Trainose, la società delle ferrovie greche di proprietà dal 2017 di Ferrovie dello Stato, sulla quale corrono - due volte al giorno tra Atene e Salonicco - due Freccia Bianca ad alta velocità, non coinvolte però nella catastrofe. L'inchiesta, scattata immediatamente, ha portato intanto all'arresto del 59enne capostazione di Larissa accusato di omicidio colposo per negligenza e lesioni personali sempre per negligenza, ma che secondo Ert si è difeso dicendo di aver premuto il pulsante per attivare uno scambio, che tuttavia non avrebbe funzionato. Secondo altre fonti avrebbe invece già ammesso le sue responsabilità. Di fronte all'ondata di indignazione e proteste - dai lavoratori del settore agli studenti di Salonicco, fino ai partiti d'opposizione - che si è affiancata quasi subito allo strazio, si è dimesso anche il ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis. «Sono in politica da qualche anno - ha dichiarato in una nota - ma considero un elemento necessario della nostra democrazia che i cittadini del nostro Paese abbiano fiducia nel sistema politico. Questa si chiama responsabilità politica. Per questo rassegno le mie dimissioni dalla carica di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ô quello che sento di dover fare come minimo segno di rispetto» per la vittime.
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Il Mattino