Il ministro dell'economia Giovanni Tria, intervenendo ad un convegno a Confcommercio, ha mandato chiari messaggi sulla linea del governo, ma anche ai colleghi...
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Si parte dalle imprese. «Si parte ora dalle imprese, negli anni successivi affronteremo il problema irpef», ha spiegato parlando della prossima manovra. Nella prossima manovra, ha spiegato, ci saranno interventi per affrontare il problema sociale, come il reddito di cittadinanza «per permettere più facilmente le trasformazioni del tessuto produttivo che creano problemi transitori nel tessuto sociale».
La clausole Iva. «Il primo impegno della prossima manovra - ha ribadito - è impedire l'aumento della pressione fiscale e quindi sterilizzare le clausole Iva (Confcommercio ha auspicato l'eliminazione degli incrementi di aliquota previsti dal primo gennaio 2019). Il governo non vuole permettere un aumento della pressione fiscale, «ma anzi punta a una sua riduzione», ha insistito il ministro. Con la sterilizzazione delle clausole si passa quindi «dal non aumento a quello che possiamo fare per ridurre le tasse. Su questo ci stiamo muovendo», ha spiegato.
Investimenti pubblici. «L'obiettivo del governo è eliminare il differenziale di crescita con l'Unione europea. Nel primo anno ci proponiamo di dimezzarlo e poi di eliminarlo negli anni successivi». Per rilanciare l'economia, Tria ha indicato soprattutto la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici, semplificando i meccanismi amministrativi «che impediscono di passare dagli stanziamenti alla spesa». «Ci saranno nuovi fondi - ha detto - ma soprattutto interventi per accelerare i processi, con modifiche del codice degli appalti. Dobbiamo anche prevedere un accompagnamento delle pubbliche amministrazioni nel disegnare progetti di investimento. Quello che manca in Italia sono le capacità tecniche delle amministrazioni pubbliche».
No all'austerity. «Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito PIL», ha poi sottolineato Tria. «Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi. Stiamo attenti - ha ammonito - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi»
«Domani saranno presentati i famosi saldi», ha detto il ministro annunciando che la Nota di aggiornamento al Def arriverà come previsto domani entro la scadenza ufficiale del 27 settembre. La questione, ha aggiunto, è «come mantenere i conti in ordine e favorire la crescita economica. Questo il programma che si sta mettendo a punto». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino