La truffa dei pellegrini sul Cammino di Santiago: frecce pirata per il nuovo business

Un pellegrino sul Cammino di Santiago
MADRID - Paolo Coelho ha confessato di non aver portato a termine la sua rotta nel 1986, quando intraprese il Cammino Francese di Santiago, l’esperienza dalla quale nacque...

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MADRID - Paolo Coelho ha confessato di non aver portato a termine la sua rotta nel 1986, quando intraprese il Cammino Francese di Santiago, l’esperienza dalla quale nacque il suo libro «Il Pellegrino di Compostela». Il suo pellegrinaggio si concluse a O Cebreiro, prima tappa in terra galiziana, dove la leggenda vuole sia custodito il Santo Graal, perché l’autore brasiliano di bestseller aveva già trovato il suo tesoro iniziatico: la decisione di dedicarsi alla scrittura, che gli avrebbe cambiato la vita. Coelho scelse altri sentieri, ma non tutti deviano sull’itinerario spirituale e religioso – la rete di 12 cammini, patrimonio dell’Umanità, che culminano nella Cattedrale dell’Apostolo a Santiago di Compostela – per volontà propria. Sulle tradizionali rotte dei pellegrini proliferano infatti i segnali falsi, le tipiche frecce gialle e le conchiglie di Santiago, che marcano il cammino e che sono modificate da commercianti e titolari di alberghi-rifugio o ristoranti per alimentare i business privati. Al punto che dalle Associazioni di Amici del Cammino reclamano sanzioni e l’eliminazione della segnalazione delle rotte pirata, che confondono i pellegrini e li fanno finire perduti lungo la strada, spesso nel bel mezzo del nulla.


Oltre 300mila persone hanno effettuato il pellegrinaggio nel 2017 ed è previsto che altrettanti lo faranno lungo il 2018. A tutti le Associazioni di Amici del Cammino raccomandano di seguire le indicazioni ufficiali, perché molti delle altri segnali possono essere interessati e deviare verso rifugi o business che, oltre a portare fuori strada, terminano in paraggi isolati e sperduti. «Il problema è la pessima immagine che diamo al pellegrino che ci visita, sia come Cammino di Santiago che come città di Ponferrata», protesta Roger De La Cruz, presidente della locale Associazione di Amici del Cammino. Ponferrata, nella provincia di Leon, incrocia la rotta del Cammino Francese, uno degli itinerari più popolari, battuto lo scorso anno dal 60% del totale di pellegrini. Comincia in Francia, in tre località diverse – Paris-Tours, Vézelay-Limonges e Le Puy-Conques – che confluiscono in territorio spagnolo a Roncesvalles, in Navarra, e prosegue attraverso Logroño, Burgos e Ponferrada, nel nord della penisola. «Il nostro buco negro – spiega De La Cruz, citato da El Pais – è un bivio fuori Ponferrata, provenendo dalla località di Molinaseca, dove sono state cancellate le insegne ufficiali e sostituite da frecce gialle sull’asfalto, che deviano i pellegrini e li portano fuori strada, facendoli perdere. Il rischio è di ritrovarsi a fare la strada inversa, in direzione di Astorga, finendo disorientati». Due anni fa, membri della Protezione Civile sono stati messi a guardia del bivio, per evitare ai visitatori di finire fuori rotta. Ma finora a nulla è valso cancellare le frecce pirata, che puntualmente ricompaiono dipinte sulla carreggiata. «La segnaletica sul Cammino è sacra e non può essere modificata per interessi commerciali o personali», denunciano le Associazioni. In luoghi come O Porriño, a Pontevedra, è stata la stessa amministrazione comunale a denunciare proprietari di bar o ristoranti della zona che taroccavano il tracciato ufficiale per attirare i pellegrini, facendoli finire nel poligono industriale.


«Non si può consentire di modificare con un semplice spray o una latta di pittura il Cammino, che deve essere un itinerario sicuro». Per ora, la mobilitazione promossa dall’Associazione di Municipi del Cammino di Santiago, che riunisce grandi città come Logroño, Burgos o Jaca, è riuscita a ottenere dalla Giunta di Castilla y Leon un impegno a omologare, nel giro di un anno, l’intera segnaletica dei comuni attraversati dal Cammino Francese. Ma per Roger De La Cruz non è sufficiente. Ricorda, infatti, il tragico caso della pellegrina statunitense di origini asiatiche, Denide Thiem, assassinata nel 2015 in una località vicino Astorga. Anche l’autore del crimine aveva deviato le frecce del Cammino verso una fattoria di sua proprietà, per attirare pellegrini che avevano perduto la rotta principale. «È necessario che le amministrazioni impongano sanzioni economiche, che nell’attualità non esistono», conclude De La Cruz, per mettere fine a una pratica truffaldina quanto pericolosa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino