NEW YORK - Venti minuti di patriottismo puro, venti minuti di autocelebrazione. Un’autocelebrazione che è costata a Donald Trump una breve interruzione, condita...
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Un lungo elenco di successi, presunti o veritieri che siano, con l’economia a ruggire in primo piano. E toni senz’altro meno agitati rispetto a quelli dello scorso anno.
Tende la mano a Kim e alla Corea del Nord, tiene stretto a sé i suoi alleati, ma soprattutto rilancia e rafforza la sua idea di «America First».
«L’America è governata dagli americani, nell’interesse degli americani. Gli americani non si scuseranno mai per le loro azioni, se sono tese a salvaguardare la sicurezza degli americani».
Insomma, nel tempio del multilateralismo, Trump suona in maniera quasi ossessiva la carica dei suoi.
E lo fa con un occhio agli interessi del partito repubblicano, in vista delle elezioni di metà mandato in calendario il prossimo 6 novembre.
E lo fa soprattutto per sé, per la sua candidatura del 2020, per la sua vanità.
Il Mattino