San Leopoldo Mandic, la chiesa lo riconosce protettore dei malati di tumore

San Leopoldo Mandic è stato ufficialmente riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, patrono dei malati colpiti da...

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San Leopoldo Mandic è stato ufficialmente riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, patrono dei malati colpiti da tumore. Il decreto della Congregazione è stato annunciato da Padova, dove ha sede il Santuario di San Leopoldo che ne conserva le spoglie, a ridosso della Giornata mondiale del malato (11 febbraio 2020).


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Il riconoscimento arriva dopo un lungo e complesso iter avviato nel 2016 da una prima domanda inoltrata alla Congregazione dal vescovo di Padova, Claudio Cipolla a seguito della richiesta dei frati cappuccini e di un gruppo di medici padovani. E' stata anche fatta una raccolta di firme che ha raggiunto le 69.758 sottoscrizioni.

Mandic è stato un frate cappuccino, canonizzato nel 1983 da papa Giovanni Paolo II, e indicato come modello dei confessori. Papa Francesco ha voluto in Vaticano le sue spoglie insieme a quelle di san Pio da Pietrelcina durante il mandato ai missionari della misericordia nell’anno del Giubileo della Misericordia (2016).

Ma san Leopoldo, oltre a essere testimone della riconciliazione e tenace sostenitore del cammino ecumenico, provò nella sua stessa carne l’esperienza della malattia oncologica, portandone il peso con serenità e fiducia: fu, infatti, un tumore all’esofago a portarlo alla morte. 

I devoti a san Leopoldo potranno ora utilizzare anche un piccolo opuscolo con tre preghiere – la preghiera del malato, la preghiera dei familiari e la preghiera per gli operatori sanitari – opportunamente formulate per questa occasione.
 

«Questo riconoscimento – sottolinea il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla – è un’occasione bella e significativa per farsi prossimi a tutti i bisogni di attenzione e vicinanza di chi vive la malattia, specie in campo oncologico. È un modo per essere vicini a malati e familiari, che spesso si trovano soli, ma anche agli operatori sanitari che quotidianamente sono chiamati ad assistere e curare con competenza, disponibilità e umanità: è un modo per ascoltare la sofferenza. San Leopoldo, anche per la sua esperienza personale di malattia e per la sua vita spesa in confessionale proprio nell’esercizio dell’ascolto misericordioso, è sicuramente la figura più adeguata».


 

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Il Mattino