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Janna Gommelt, la turista tedesca di 25 anni morta a Roma dopo aver accusato un malore, si poteva salvare? Cos'è successo in quei 43 minuti intercorsi tra la telefonata fatta dal fidanzato Michael Douglas al 112 e l'arrivo effettivo dell'ambulanza sulla spiaggia di Focene? Sono questi i punti su cui si concentra l'inchiesta della procura di Civitavecchia che ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio.
Il camper spostato
Douglas, il fidanzato irlandese di 34 anni con cui Janna da novembre viaggiava in giro per l'Italia, è stato interrogato dai carabinieri della compagnia di Ostia per ricostruire cosa sia accaduto a bordo del camper. Perché il fidanzato della giovane non ha aspettato i soccorsi dopo l’allarme lanciato al Numero unico di emergenza alle 15.39 del 20 gennaio e ha deciso di spostare il camper? Fatto questo che ha ritardato l'arrivo dell'ambulanza, «giunta sul posto in 18 minuti», come specificano dal 118. Solo che poi il personale medico ha dovuto richiedere l’aiuto dei carabinieri per rintracciare il camper.
Il "giallo" della telefonata
Secondo quanto raccontato dal fidanzato, l’operatore sanitario a cui il giovane ha chiesto aiuto non parlava inglese. «Mi hanno subito messo in attesa per trovare un un operatore in grado di parlare inglese — ha spiegato Douglas — Poi, sempre faticando nelle comunicazioni, mi è stato detto di tenere acceso il gps così che l’ambulanza ci potesse trovare».
L'autopsia
L'esame è stato svolto il 26 gennaio e circa un mese dopo gli inquirenti hanno dato il nulla osta per la restituzione del corpo in modo da poter procedere con la cremazione. «I pm nell'immediatezza dei fatti hanno aperto una indagine per istigazione al suicidio - spiega l'avvocato Manuele Piccioni, legale della famiglia della turista. Una fattispecie ipotizzata forse come atto dovuto per potere procedere con gli esami sulla salma». Il legale spiega che dopo avere ricevuto il via libera per la restituzione del corpo non ha ricevuto altre comunicazioni dalla Procura. «Non sono mai stato contattato e i miei assistiti non sono mai stati convocati. Restiamo in attesa del deposito della consulenza tecnica, ad oggi non ho notizia di tale deposito quindi non posso dir nulla sulle conclusioni sulle cause della morte». Al momento si attendono soprattutto gli esiti degli esami tossicologici, perché dagli altri accertamenti non sono emersi indizi che possono far pensare a una morte violenta.
Il fidanzato interrogato
Douglas è stato interrogato a lungo dai carabinieri di Ostia che hanno sentito anche il medico e un infermiere del 118. «Ho incontrato Douglas solo una volta nel mio studio dove si è presentato con i parenti della ragazza - spiega l’avvocato Piccioni -: voleva sapere come recuperare gli effetti personali della giovane rimasti nel camper. Non so nulla delle interlocuzioni che Douglas ha avuto con il 118. Su quanto avvenuto nel camper mi ha raccontato solo che la ragazza si è improvvisamente accasciata accusando un malore», conclude Piccioni.
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Il Mattino