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La Cina ha attaccato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg colpevole - a suo dire - di «diffondere disinformazione» quando ha affermato che Pechino ha sostenuto la guerra della Russia contro l'Ucraina, a dispetto della crescente pressione internazionale perché prenda le distanze da Mosca. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha risposto piccato sul punto e nel briefing quotidiano ha replicato che «accusare la Cina di diffondere false informazioni sull'Ucraina è di per sé diffondere disinformazione. La posizione della Cina è coerente coi desideri della maggior parte dei Paesi grazie a un atteggiamento obiettivo e giustificato che chiede di realizzare un cessate il fuoco il prima possibile e di evitare una crisi umanitaria». Quindi, «qualsiasi accusa e sospetto ingiustificato contro la Cina sarà sconfitto: abbiamo sempre sostenuto che l'Ucraina dovrebbe diventare un ponte tra Oriente e Occidente, piuttosto che una prima linea in una partita tra grandi potenze».
Pechino e il ruolo di mediatore
Anche il ministero della Difesa di Pechino è intervenuto sull'argomento: «Le affermazioni secondo cui la Cina ha avuto una precedente conoscenza, acquiescenza o connivenza sull'operazione militare russa in Ucraina sono informazioni totalmente false, finalizzate a sottrarsi alle responsabilità e a diffamare la Cina che esprime ferma opposizione a tali intenzioni», ha tuonato il portavoce Wu Qian, nella conferenza stampa mensile virtuale.
«Gli Stati Uniti e la Nato dovrebbero impegnarsi in un dialogo con la Russia per risolvere la causa principale della crisi dell'Ucraina», ha aggiunto ancora Wang Wenbin, suggerendo - quando stava per aver inizio a Bruxelles il vertice straordinario della Nato sulla guerra in Ucraina con il presidente Usa Joe Biden - che per risolvere la crisi «abbiamo bisogno di razionalità e di un atteggiamento freddo piuttosto che alimentare il fucoo. Ritrovare la pace ha bisogno di dialogo, non di coercizione, e per la stabilità a lungo termine, serve il confronto non guidato da un gruppo che ha vinto: non funziona».
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Il Mattino