Bucha, Olga profuga a Napoli: «Mia sorella è riuscita a scappare, i nostri amici torturati e uccisi»

Bucha, Olga profuga a Napoli: «Mia sorella è riuscita a scappare, i nostri amici torturati e uccisi»
«Quando ho sentito che qui a Napoli si stava organizzando un balletto con miei connazionali insieme ad artisti russi credevo alle mie orecchie. Non so cosa sapete voi...

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«Quando ho sentito che qui a Napoli si stava organizzando un balletto con miei connazionali insieme ad artisti russi credevo alle mie orecchie. Non so cosa sapete voi italiani di questa guerra, ma se vedeste cosa sta accadendo nella mia città forse non avreste voglia di organizzare queste iniziative. Sono sconvolta per le immagini che ho visto e per ciò che mi hanno raccontato». Olga è arrivata un mese fa proprio da Bucha, la città dove è avvenuto l’indicibile massacro perpetrato dai russi sui civili ucraini, ieri era in fila all’esterno del Consolato di Napoli per completare le pratiche di registrazione dopo il suo arrivo in Italia. «A Bucha – dice - sono stati barbaramente uccisi amici e conoscenti, per alcuni giorni ho temuto che anche mia sorella avesse fatto questa fine ma per fortuna proprio nelle ultime ore sono riuscito a parlarle». 

Cosa le ha raccontato?
«Che i soldati russi hanno torturato e ucciso senza pietà quattro nostri amici. È terrorizzata, sotto choc, parlava singhiozzando, non riusciva neanche a raccontare tutto l’orrore che ha visto. Dice che i soldati hanno anche stuprato donne e bambine, un orrore che non è possibile descrivere, soffriva e riviveva quelle immagini ad ogni sua parola. Ho dovuto fermarla dal raccontare per non aggravare la sua situazione psicologica, le ho chiesto solo di partire appena potrà».

Adesso com’è la situazione a Bucha?
«Più tranquilla, i russi dovrebbero aver lasciato la città, ma si teme per altri bombardamenti. Per questo non capisco le iniziative che si stanno organizzando come questo balletto».

È un balletto per la pace e a sostegno del suo Paese, cosa c’è che non va?
«Ringraziamo gli italiani e i napoletani per averci accolto con tanto calore, anche per questi tentativi di preparare la pace, ma dovete capire che questi sono eventi che possono essere organizzati quando i fucili non sparano, quando le bombe non massacrano civili. Non ora».

I ballerini russi hanno però condannato l’invasione di Putin e i genocidi che sta commettendo, perché gli ucraini non possono danzare insieme a colleghi che sono contro la guerra?
«Se aveste amici torturati e familiari in pericolo, l’ultima cosa a cui pensereste sarebbero dei balli. Noi siamo in guerra, la nostra gente muore e ci sembra surreale vedere scene del genere mentre c’è chi soffre. Capisco solo che per voi questa guerra è lontana, non riuscite a percepire quello che sta provando il nostro popolo. Anche se comprendo lo spirito di queste iniziative, la vostra buona fede, io ora ho solo paura per tutti i miei cari che sono rimasti nel mio Paese».

Non crede ad un evento di pace?


«Non fa male a nessuno, anche io sono per la pace, non desidero altro. Ma queste iniziative rischiano solo di legittimare la propaganda di Putin».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino