Luna di miele al fronte a combattere per l’Ucraina: la storia di Yaryna e Sviatoslav

Luna di miele al fronte a combattere per l’Ucraina: la storia di Yaryna e Sviatoslav
Storie di resistenza, l’amore ai tempi della guerra. Altro che abiti da sposi: in tuta mimetica, dall’altare al fronte, la loro luna di miele, a combattere per...

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Storie di resistenza, l’amore ai tempi della guerra. Altro che abiti da sposi: in tuta mimetica, dall’altare al fronte, la loro luna di miele, a combattere per l’Ucraina.

Yaryna Arieva e Sviatoslav Fursin, due giovani cittadini originari rispettivamente di Kiev e di Leopoli, dovevano sposarsi a maggio, ma a causa dell’invasione russa hanno deciso di farlo adesso.
E di lanciarsi subito nella mischia.

Un’immagine che dagli schermi americani di Cnn commuove l’America e addirittura il mondo.
Per certi versi terribile, di loro due coi fucili in braccio. Ma di grande orgoglio, come di grande orgoglio sono le parole che li accompagnano:

«Qui nessuno dice che perderemo, qui nessuno piange», dice Yaryna in collegamento.
«Qui tutti credono che vinceremo noi, che sia soltanto una questione di tempo», di resistenza, appunto.

«Qui tutti sono pronti a combattere, pronti a uccidere e pure a morire pur di vincere questa guerra».
E chiude:
«Compresi noi».

Le fa eco Sviatoslav, che imbraccia sì il fucile, ma che soprattutto abbraccia, già con un pizzico di nostalgia, l’ideale immenso di libertà:

«Le persone vogliono sempre essere libere», afferma con un tono di voce a metà tra duro e rotto.
«Ci batteremo per proteggere le nostre famiglie, per la nostra libertà», di popolo aggredito, ma tutt’altro che indifeso.

La giovane coppia di sposi lancia infine un appello alla Comunità Internazionale: all’Ucraina servono soldi, cibo, armi, munizioni, assistenza medica e una stretta senza precedenti attorno a Putin, a Mosca e alla Russia.
Altre sanzioni, insomma. In attesa che la guerra finisca, in attesa di ritrovarsi «tutti di nuovo in un solo posto, a bere un buon bicchiere di vino rosso».

Prima di allora, «che il mondo si ricordi che stiamo combattendo per la libertà, per la libertà del mondo».

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Il Mattino