Ucraina, Luttwak: «Non basta inviare armi a Kiev servono uomini o sarà la resa»

Ucraina, Luttwak: «Non basta inviare armi a Kiev servono uomini o sarà la resa»
Economista e politologo, esperto di politica internazionale e strategia militare, il professore Edward Luttwak è consulente strategico del governo degli Stati Uniti. ...

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Economista e politologo, esperto di politica internazionale e strategia militare, il professore Edward Luttwak è consulente strategico del governo degli Stati Uniti.

Professore Luttwak, qual è la sua analisi sull'attuale situazione della guerra in Ucraina?
«La situazione è profondamente cambiata negli ultimi tre giorni. C'è stata una fase in cui l'accordo con Putin era possibile, con l'ipotesi del referendum per l'annessione alla Russia delle regioni separatiste di Donetsk, di cui fa parte Mariupol, e Lugansk. Un'ipotesi sfumata, per l'evoluzione delle operazioni militari».

Cosa è successo?
«Come già avvenuto altre volte nella sua storia, basti guardare al 1941, la Russia nel tempo ha preso le contro mosse nella guerra. Ha sostituito generali e anche sottufficiali, schierando sul campo centomila uomini e avanzando in territori ucraini che vanno ben oltre quelli delle annessioni ipotizzate. Con il prevalere sul campo, Putin ha molto meno interesse a un accordo, allargando le sue intenzioni di conquista all'intera Ucraina».

Cosa è possibile fare in questa situazione?
«Ci sono due possibilità: o i Paesi occidentali mandano uomini, forze terrestri, in Ucraina, o l'esercito ucraino deve arrendersi. C'è anche la possibilità di inviare volontari addestrati, molti danesi e finlandesi stanno ad esempio andando a combattere con gli ucraini. Ormai le armi richieste, efficaci e sofisticate, stanno arrivando in Ucraina, ma mancano gli uomini. Lo sostiene anche la Gran Bretagna».

E gli Stati Uniti?
«Sono disposti a inviare aerei, ma non uomini. Eppure, è più pericoloso affidarsi alle scelte dei piloti di aerei che a uomini schierati a terra a difesa dell'Ucraina. Non sarebbe una guerra di aggressione, ma di difesa. Anche se, come ha dichiarato, la Gran Bretagna possiede armi in grado di colpire a distanza obiettivi in Russia».

Non crede a un intervento delle Nazioni unite?
«Le Nazioni unite sono diventate una pagliacciata. Il Consiglio di sicurezza è bloccato dal veto russo, mentre l'assemblea generale è nelle mani dei dittatori africani e arabi che subiscono l'influenza di Putin. Un organismo inutile, che non serve a nulla».

Come vede l'atteggiamento dell'Italia?
«Poco realistico. C'è una parte della sinistra ancora legata a vecchi schemi anti-americani, che dichiara un generico pacifismo senza spiegare come arrivare alla pace. Poi, chi sostiene l'invio di armi all'Ucraina per aiutarla a difendersi senza capire che ormai le armi, con la forza dei numeri dell'esercito russo, da sole non bastano più».

Insomma, pensa che l'unica soluzione sarebbe l'invio di soldati a difesa dell'Ucraina accanto all'esercito ucraino?


«Basterebbero dei volontari addestrati. E ce ne sono in molti Paesi. L'alternativa sarebbe solo consigliare all'Ucraina la resa».
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Il Mattino