Ungheria, bandita la «propaganda gay» a scuola: nuova stretta di Orban, l'Ue condanna

Proteste a Budapest per legge contro omosessualità
Il Parlamento ungherese ha approvato quasi all'unanimità una legge che vieta la «promozione» dell'omosessualità presso i minori. Ovvero bandisce...

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Il Parlamento ungherese ha approvato quasi all'unanimità una legge che vieta la «promozione» dell'omosessualità presso i minori. Ovvero bandisce dalle scuole contenuti considerati associabili alla comunità Lgbtq. È uno dei punti di arrivo di una serrata campagna condotta dal partito di maggioranza, Fidesz, guidato dal premier Viktor Orban, che restringe di fatto il riconoscimento dei diritti degli omosessuali nel Paese. Non è mancato il boicottaggio di alcuni membri dell'opposizione rappresentata in parlamento, ma l'approvazione del testo non è mai davvero stata in dubbio considerata la comoda maggioranza su cui può contare il partito di Orban e l'appoggio della formazione di estrema destra Jobbik. Con il risultato che in aula la legge è passata con 157 voti favorevoli e soltanto uno contrario. 

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La stretta di Budapest

Una stretta, quella di Budapest, che rientra anche in tempistiche politiche ben precise, in vista delle elezioni legislative nel 2022. Il disappunto di parte della società è stato rappresentato da una manifestazione di protesta nei pressi del parlamento, dalle dimensioni però contenute, con circa cinquemila partecipanti. Ma la denuncia più esplicita viene dalle organizzazioni per la difesa dei diritti degli omosessuali che operano sul piano internazionale. Come Amnesty International, che ha bollato l'operazione come «un attacco frontale alla libertà di espressione e ai diritti dei minori». Il nuovo provvedimento è stato infatti paragonato alla controversa legge approvata in Russia nel 2013 «contro la propaganda gay» e che, stando ad osservatori indipendenti, avrebbe alimentato attacchi omofobi e più in generale aumentato il livello di ostilità sociale nel Paese. 

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La condanna Ue - L'Ue, da parte sua, aveva ribadito a chiare lettere la sua condanna già alla vigilia del voto, mentre la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatović ha descritto la legge come un «affronto ai diritti e all'identità delle persone Lgbt», limitando la libertà di espressione e all'istruzione per tutti gli ungheresi. In sostanza il testo segna una mappa rigida e ben precisa su quanto si può fare, dire, insegnare, alla presenza di minori, con riferimento alle tematiche Lgbtq. «Ci sono contenuti che bambini sotto una certa età possono non comprendere appieno e che possono avere un effetto dannoso sul loro sviluppo, o può confondere lo sviluppo dei loro valori morali o l'immagine che hanno di se stessi o del mondo», ha spiegato un portavoce del governo ungherese. La legge dispone inoltre che soltanto che soltanto individui e organizzazioni che compaiono in una lista ufficiale possono occuparsi di educazione sessuale nelle scuole. Il provvedimento detta poi i limiti entro i quali possono agire le aziende, alle quali si vieta di produrre inserzioni e pubblicità a sostegno della comunità gay se il messaggio è diretto anche a minorenni.

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Il Mattino