Usa, morto Antonin Scalia, giudice conservatore della Corte Suprema

Usa, morto Antonin Scalia, giudice conservatore della Corte Suprema
NEW YORK – Fu il governatore Mario Cuomo, nel 1986 a insistere con il partito democratico affinché non ponesse ostacoli alla conferma di Antonin Scalia alla Corte...

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NEW YORK – Fu il governatore Mario Cuomo, nel 1986 a insistere con il partito democratico affinché non ponesse ostacoli alla conferma di Antonin Scalia alla Corte Suprema. Il Senato approvò dunque la sua nomina con 98 voti e due astenuti. Per solidarietà fra italo-americani, dunque, la Corte Suprema si arricchiva del primo giudice di origini italiane, ma di posizioni ideologiche estremamente conservatrici. Scalia, che era considerato una colonna della intrepretazione “originale” della Costituzione, si è spento per cause naturali mentre si trovava in vacanza nel Texas, per una battuta di caccia. Aveva 79 anni. Lascia la moglie Maureen e nove figli. E’ stato trovato questa mattina in camera, senza vita, dopo che non si era presentato a colazione con gli amici con cui era in vacanza.


Figlio di immigrati siciliani, Scalia era stato nominato dal presidente Ronald Reagan. E’ stato allo stesso tempo uno dei giudici più amati e più odiati nella storia della Suprema Corte. Lo stile delle sue sentenze era noto per l’eleganza e il senso dell’umorismo. Ma certo erano sempre sentenze conservatrici, ispirate non solo a una lettura restrittiva del dettato cosituzionale, ma addirittura deciso a rimanere fedele a quelli che lui giudicava essere gli ideali degli stessi padri fondatori nel Settecento.

Il governatore del Texas, Greg Abbott, anche lui un esponente dell’ala più conservatrice del partito repubblicano,  ha dato la notizia della scomparsa del giudice, sottolineando che “Antonin Scalia era un uomo di Dio, un patriota, un difensore inamovibile della Costituzione scritta e delle regole della Legge”.


Con la morte di Scalia ora i giudici sono divisi equamente con quattro conservatori e quattro liberal. Nessuno può prevedere se il presidente Obama riuscirà a nominare e fare approvare il suo sostituto negli ultimi mesi della sua presenza alla Casa Bianca. Con il Senato a maggioranza repubblicana, deciso a non far passare nessuna delle proposte di Obama, l’idea che il presidente possa riuscire in una simile impresa appare in verità improbabile. Infatti c’è già chi prevede che il nuovo membro verrà nominato solo a elezioni compiute, dal nuovo presidente. E questo fatto diventerà un argomento di scontro durante il resto della campagna elettorale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino