Il comunicato del carcere di massima sicurezza di Nashville informa in un macabro burocratese che l'elettrocuzione è stata eseguita. Dietro quel termine c'è...
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I pochi testimoni ammessi ad assistere all'esecuzione hanno raccontato come l'uomo sia morto tra i singhiozzi, quasi giustificandosi dicendo «anche Gesù è morto piangendo». Sono state le sue ultime parole, mentre il suo ultimo desiderio quello di mangiare una bistecca e delle patatine fritte. Poi è arrivato il via libera all'esecuzione da parte del governatore repubblicano dello stato Bill Lee.
«Siamo profondamente delusi della decisione di andare avanti nonostante il detenuto si sia sempre dichiarato innocente e gli sia stato diagnosticato un grave disturbo mentale», affermano i suoi legali, sottolineando come non si sia tenuto conto del fatto che West «nel corso di decenni in carcere ha avuto un impatto positivo su tutte le persone accanto a lui dimostrandosi un uomo dalla grande fede». Le accuse che hanno portato alla sua condanna erano pesantissime: rapimento, stupro e accoltellamento a morte di una minore di 15 anni e di sua madre. West ha sempre negato, accusando dell'assassinio il figlio allora 17enne complice del rapimento e che ora sconta una pena all'ergastolo. Era riuscito a far sospendere la sua esecuzione nel 2001 presentando un ricorso in extremis.
La pena di morte negli Usa è ancora legge in 29 stati, oltre ad essere contemplata nell'ordinamento federale e in quello militare. In base agli ultimi dati ufficiali risalenti al 2018 sono quasi 3.000 i detenuti in attesa del boia. Negli ultimi anni, di fronte alla penuria di farmaci per l'iniezione letale, c'è il tentativo di ritornare a vecchi sistemi come la fucilazione, con proposte avanzate in stati come il Wyoming e l'Utah, o l'uso delle maschere col gas di azoto. Un sondaggio shock del 2014 ha messo in luce anche come l'8% degli americani sarebbe favorevole anche a un ritorno dell'impiccagione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino