NEW YORK - In sole due ore ha raccolto finanziamenti da tutti e cinquanta gli Stati dell'Unione, e il suo video è stato visto più di un milione di volte. La...
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E tuttavia Kamala dovrà superare alcune critiche, soprattutto provenienti dai seguaci di Bernie Sanders, che l'accusano di sfruttare l'eredità della lotta dei neri quando lei e la sua famiglia non sono originari americani. Il tipo di critica che inizialmente venne lanciato contro lo stesso Obama, figlio di una bianca e di un nero del Kenya. Kamala, che è sposata all'avvocato Douglas Emhoff, un bianco, è figlia di una donna immigrata dall'India e di un giamaicano. Ed effettivamente c'è chi la definisce la Obama donna proprio per la grande varietà culturale che ha alle spalle.
Da bambina ha frequentato una chiesa battista con il padre e un tempio indu con la madre. Ha anche passato numerose vacanze in India, dove i nonni sono stati all'avanguardia nella lotta per l'indipendenza dagli inglesi e per i diritti delle donne. Insomma, quanto a impegno civile, il suo curriculum non fa una grinza. E quanto a capacità di gestire una campagna elettorale, basti ricordar che ne ha vinte tre: la prima per diventare procuratore distrettuale di San Francisco, posizione che ha ricoperto dal 2004 al 2010, e poi per diventare ministro della Giustizia della California, dove è rimasta fino a che non ha conquistato il seggio senatoriale nel 2016. Per ora, a poche ore dalla sua scesa in campo, sembra essere lei a godere di maggior attenzione e interesse. Ma altri possibili candidati sono ancora in sospeso. E fra questi ci sono grossi calibri, come l'ex vicepresidente Joe Biden, l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, e lo stesso Bernie Sanders. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino