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Quando finirà? O, perlomeno, quando ci sarà una schiarita? Gli esperti evitano di azzardare previsioni perché ancora tante sono le incognite sulla pandemia. Tuttavia i numeri ufficiali qualche indicazione la danno e se si fa la media delle stime, un po' come avviene con le previsioni elettorali, è possibile segnare due date sul calendario del 2021: aprile, quanto tutta l'Italia sarà gialla, e soprattutto ottobre, quando il colore prevalente, salvo eccezioni locali, potrà essere il bianco ovvero la fine delle restrizioni. Ma come si arriva a tale stima e quale credibilità ha? Procediamo per gradi, riepilogando alcuni concetti che abbiamo imparato nell'ultimo anno - come l'indice Rt - e imparando una parola nuova: i «suscettibili».
L'indice RT
È il numero che indica la contagiosità di un virus. Per il Covid-19 l'indice Rt di partenza è 3 cioè una persona infetta ne contagia in media altre tre. Tale numero però è valido in una popolazione tutta «suscettibile», cioè potenzialmente infettabile. Grazie alle misure di distanziamento prese in Italia questo Rt pari a 3 è stato prima ridotto a 2 e adesso viaggia intorno a 1, cioè l'infezione si è stabilizzata. In effetti l'indice sarebbe sceso da solo a quota 1 se avessimo lasciato circolare liberamente il Covid fino a contagiare 40 milioni di italiani, cioè 2 su 3 visto che siamo (quasi) 60 milioni. A quel punto infatti ogni infetto avrebbe potuto lo stesso contagiarne tre, ma visto che due già lo erano, di fatto ne avrebbe contagiato solo uno e presto meno di uno, fino a fermare l'infezione. Si chiama appunto immunità di gregge e sembra una strategia vincente; tuttavia con la mortalità attuale (al 3%) in Italia avrebbe portato 1,2 milioni di morti invece degli 82.554 registrati fino a ieri. Grazie al distanziamento sociale, prima generalizzato e poi articolato per regioni, l'indice Rt è sceso intorno al valore 1 (l'ultima rilevazione lo dà a 1,1) e spesso ci si chiede se non sarebbe meglio prendere più drastiche misure e portarlo rapidamente verso zero. Ma si commetterebbe un errore.
Il lockdown inutile
Un lockdown totale, assoluto, può far scendere drasticamente i contagi giornalieri e quindi l'indice Rt ma lascerebbe l'Italia esposta all'arrivo di nuove ondate.
I suscettibili
Gli italiani che possono contagiarsi non sono più tutti i 59,4 milioni di residenti come nel febbraio 2020 perché ormai 2,4 milioni si sono ammalati (e per fortuna in gran parte guariti). Quindi i «suscettibili» sono i restanti 57 milioni, numero che può scendere progressivamente se il piano vaccini decollerà, oltre che a causa degli ulteriori contagi da coronavirus. Da adesso in poi, insomma, dovremo tener d'occhio un nuovo dato, quello appunto degli italiani suscettibili: quando quel numero sarà sceso dai 57 milioni attuali a meno di 20 milioni allora la pandemia potrà dirsi davvero sconfitta e potranno venir meno le regole restrittive generali, anche se sarà sempre necessario intervenire in caso di focolai locali. Come si fa a prevedere quando potremo togliere la mascherina e respirare a pieni pomoni?
Le promesse e le previsioni
Il commissario all'emergenza Covid Domenico Arcuri parlando con le Regioni ha prospettato un piano con 5,9 milioni di vaccinati a fine marzo, 13,7 milioni a fine aprile e 21,5 milioni a fine maggio. Se il cronoprogramma dovesse essere puntualmente rispettato vaccinando un milione e mezzo di italiani a settimana già in giugno dovrebbe essere tutto finito. Ma la prudenza è d'obbligo perché i primi segnali, tra intoppi di consegne e iter di approvazione dei farmaci, portano in direzione di una revisione degli obiettivi. Una simulazione meno ottimistica riduce da 1,5 a 1 milione a settimana i vaccini concretamente effettuabili a regime e ciò porta 5 milioni di vaccinati a fine marzo, 8 milioni a fine aprile e 13 milioni a fine maggio. In tale scenario già a fine aprile, con quasi 4 milioni di contagiati e poco più di 8 milioni di vaccinati la popolazione suscettibile di essere contagiata scenderebbe a 47 milioni di persone e questo significherebbe che le misure attuali porterebbero l'indice Rt stabilmente sotto 1 per cui il colore prevalente delle regioni (salvo eccezioni locali) passerebbe da arancione a giallo, senza più necessità di stop ai trasferimenti tra regioni. A fine aprile però l'indice «Rt senza misure», cioè con piena libertà di movimenti, sarebbe comunque a 2,38 cioè tale da bruciare tutti i risultati in poche settimane.
L'obiettivo bianco
Con la progressiva realizzazione della campagna vaccinale, si ridurrà il numero di «suscettibili» e l'indice «Rt senza misure» diminuirà settimana dopo settimana fino ad attestarsi a 0,93 a fine ottobre. A quel punto anche con il liberi tutti (dalle discoteche ai concerti) il ritmo di contagi tenderà a scendere. A fine 2021 avremo 6 milioni di italiani che si sono infettati e 43 milioni di vaccinati con appena 10 milioni di suscettibili, ormai protetti dall'immunità di gregge.
Le incognite
La matematica aiuta a delineare gli scenari, ma non può prevedere i colpi di scena. Da quelli già in atto, come le varianti più contagiose, a quelli al momento solo ipotizzabili come la mancata partecipazione degli italiani alla campagna vaccinale. I conti aritmetici, inoltre, non vanno applicati in modo meccanico, in particolare sulla previsione dei morti.
I decessi
Pur con la campagna vaccini, è facile prevedere che 6 milioni di italiani a fine 2021 avranno contratto il virus. Finora sono stati 2,4 milioni con 82mila morti ma per fortuna non c'è una proporzione diretta tra i due fenomeni. Infatti la campagna vaccini, come è noto, tutelerà in un primo tempo proprio le fasce anziane, più esposte alle conseguenze letali, Per cui anche se alla fine il conto dei contagiati probabilmente sarà più che doppio rispetto a oggi, il numero di deceduti non andrà molto sopra i centomila. Sempre tantissimi. Ma non dimentichiamo mai che le vittime avrebbero potuto essere oltre un milione.
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