Vende la figlia tredicenne per 100 euro: madre e commerciante condannati

Vende la figlia tredicenne per 100 euro: madre e commerciante condannati
Avrebbe venduto la figlia di 13 anni per 100 euro. Ma ci sarebbero anche scatti hard e atti sessuali nel fascicolo finito a processo, accuse che hanno portato il Tribunale di...

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Avrebbe venduto la figlia di 13 anni per 100 euro. Ma ci sarebbero anche scatti hard e atti sessuali nel fascicolo finito a processo, accuse che hanno portato il Tribunale di Sulmona a condannare a sei anni e quattro mesi di reclusione un commerciante 50enne dell’ Alto Sangro, in provincia dell'Aquila, e la madre della vittima alla quale i giudici hanno inflitto una pena di quattro anni e quattro mesi. I fatti risalgono a maggio del 2014. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo avrebbe immortalato la ragazzina, che allora aveva 13 anni, in abbigliamento intimo e seminuda, compiendo - dice l’accusa - con lei atti sessuali. Materiale conservato all’interno di un supporto informatico. La madre della bambina, secondo l’accusa, avrebbe concorso nel reato di induzione alla prostituzione per aver accompagnato la figlia nel luogo dove sarebbero avvenuti gli scatti e la presunta violenza sessuale, scambiando la ragazzina con una promessa di denaro. Nel capo d'imputazione si parla di un corrispettivo di 100 euro.

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Il difensore del 50enne, Alessandro Tucci, dice: «Sentenza ingiusta. Faremo appello per fare luce sulle circostanze ancora da chiarire. Per la violenza sessuale, non c’è conferma del fatto. In merito all’accusa di pedo-pornografica, non esiste alcun materiale pedo- pornografico». Dello stesso parere, l’avvocato della madre della vittima, Paola Fiorino, che impugnerà il provvedimento. Le indagini, molto delicate, sono state condotte dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, che ha delegato i carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro, per le perquisizione in due abitazioni dell’uomo, in un locale adibito ad attività commerciale e in auto. Così come quelle del sequestro di materiale informatico, rinvenuto nel corso dell’intervento dei militari sangrini. A informare le forze dell’ordine, i servizi sociali che operano in Alto Sangro e Valle Peligna. Da qui l’avvio dell’indagine che ha portato al processo, fino alla sentenza. La minore, tolta alla madre, è ospitata in una struttura protetta.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino