Centinaia di tweet, una lunga fase di minacce militari, addirittura proclami di una possibile invasione di terra, infine Juan Guaidó ospite del tempio della democrazia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Insomma, in mezzo a tante parole vuote, Donald Trump è l’unico a cui gliene frega veramente qualcosa del Venezuela.
Il tycoon, infatti, l’osso di Caracas non lo ha mollato mai e continua tuttora a strattonarlo, pressando continuamente e con forza, in direzione della democrazia, un regime che considera dittatura.
Il disastro è lungo vent’anni, ma il Paese oramai è al collasso. E, per quanto si parli di emergenza umanitaria e per quanto la Comunità Internazionale si indigni a fasi più o meno alterne, nessuno si azzarda ad andare oltre rispetto alle dichiarazioni di facciata, figurarsi a muovere un dito.
L’Unione Europea come sempre parla, ma di operativo non ha nulla.
Eccezione al limite dell’inverosimile proprio l’Italia, accorta e quasi avversa, che neanche si schiera perché Guaidó si è autoproclamato mentre Maduro merita rispetto.
Il sentimento nasce tra le fila dei 5 Stelle e, volendo scendere nel dettaglio, poggia sulle fondamenta delle nostalgie latinoamericane di Alessandro Di Battista.
Ci mette evidentemente in imbarazzo, però.
Al cospetto della stessa Unione Europea, per una volta almeno compatta, e ancor di più al cospetto dei 120mila italiani iscritti all’Aire che, al di fuori dei dati ufficiali e dei registri pubblici, sfiorano in realtà il milione.
Apoteosi del paradosso, il consueto filotto di antiamericanismo, anticolonialismo e antimperialismo che inquina il dibattito nostro e non quello dei venezuelani.
Venezuelani che, esattamente al contrario, guardano a Trump come a una sorta di liberatore, persino di ultima speranza.
Da anni, scappano tutti.
Dopo un viaggio lungo un mese invece, a dispetto dei divieti di uscita e di entrata disposti come diktat da Maduro, Guaidó ritorna.
Come lui, vorrebbero ritornare milioni di suoi connazionali costretti altrove.
Con Trump che resta a guardare, affacciato alla finestra del Sud, con l’aria e l’aura dell’unico uomo al mondo coraggioso al punto da tendere loro una mano.
Il Mattino