Il Jumbo dell'Air China con a bordo il presidente cinese Xi Jinping è atterrato puntuale nel pomeriggio all'aeroporto di Fiumicino. Poi il lungo corteo di auto nere...
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L'Italia garantirà la «sicurezza» e la «trasparenza» dei rapporti con la Cina, creando un contesto «reciprocamente libero ed equilibrato», consapevole però del fatto che gli «investimenti nelle infrastrutture» sono necessari. Il capo dello Stato Sergio Mattarella, nel giorno in cui inizia la visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma, affida le sue parole a cinque media cinesi per ribadire l'importanza di un progetto nel quale ha sempre creduto, ma anche i paletti necessari per la sua realizzazione.
Un messaggio, quello del capo dello Stato, che arriva mentre l'Ue continua a mostrare scetticismo e anche a Roma non tutte le riserve sono state superate. A smarcarsi dalla giornata dedicata a Xi è il vicepremier Matteo Salvini, che non parteciperà al pranzo ufficiale al Quirinale «perché impegnato in Basilicata». Ma è da Bruxelles, dove i 27 sono riuniti per il vertice Ue, che è arrivato l'affondo più duro, da parte del presidente del Parlamento Ue e numero due di Forza Italia: «È un grave errore quello che sta facendo l'Italia - ha tuonato Antonio Tajani -, bisogna fare accordi a livello europeo, anche confrontandosi con gli Usa. Con la scusa di esportare il made in Italy non si può cedere sovranità ai cinesi».
Una preoccupazione emersa anche dalla decisione di infilare in agenda il tema degli accordi bilaterali dei singoli Paesi con Pechino nella cena di stasera dedicata al prossimo vertice tra Europa e Cina di aprile. Ma se Conte ha ostentato sicurezza, assicurando di non dover «convincere» i partner europei bensì semplicemente «informarli», perché c'è «pieno accordo», è stato ancora Mattarella, nella sua intervista, a spiegare i vantaggi non solo per l'Italia del Memorandum. L'obiettivo è che «il partenariato italo-cinese possa ulteriormente svilupparsi, anche a più generale beneficio della collaborazione tra Europa ed Asia, che - ha sottolineato - necessita di un volume sempre maggiore di investimenti sostenibili in infrastrutture, per assicurare un futuro di benessere e di pace per tutte le popolazioni dei due continenti».
Il lavoro del Capo dello Stato sulla partnership con il Dragone, del resto, è iniziato da tempo, con la visita in Cina due anni fa, quando per la prima volta aprì alla Via della Seta ed è proseguito a Roma, non solo nei rapporti diplomatici con Pechino, che lo vede come un punto di riferimento, ma anche per trovare una sintesi tra gli alleati del governo gialloverde. E non è un caso che gli unici momenti in cui il presidente cinese rilascerà dichiarazioni saranno al Quirinale, dove Xi andrà tre volte nel corso della sua visita a Roma per poi partire, sempre in omaggio a Mattarella, per Palermo. Oltre ai timori di Bruxelles, ci sono quelli italiani, in particolare per quanto riguarda gli interventi nei porti di Genova e Trieste che, secondo i più critici, rischiano di finire come il Pireo in Grecia, finito di fatto in mano cinese. Non è una caso che tra i vari accordi a latere del memorandum proprio quelli che riguardano i porti siano ancora, secondo quanto si apprende, in via di definizione, limati fino all'ultimo tra Roma, che ha chiesto delle modifiche, e Pechino.
Tanto che non è certo che rientreranno nel pacchetto che verrà firmato sabato.
Il Mattino