Pensavo fosse amore, invece era ​Napoli retrò

Pensavo fosse amore, invece era Napoli retrò
Le librerie storiche che chiudono o rischiano di, i luoghi del cuore maltenuti e mal governati, i palazzi e i monumenti come frutta lasciata troppo tempo sopra un tavolo, le...

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Le librerie storiche che chiudono o rischiano di, i luoghi del cuore maltenuti e mal governati, i palazzi e i monumenti come frutta lasciata troppo tempo sopra un tavolo, le personalità che ci lasciano, e nemmeno i vicoli più gli stessi, mangiati da cassonetti, lavori, traffico e tavolini: c'è una parte di Napoli che se ne sta andando, sì. Ma dove? Specializzato in passato cittadino, il gruppo Facebook Napoli retrò circa 160mila iscritti è una rete virtuale che doppia la rete della città e, producendosi in una carrellata attiva e costante di immagini, documenti, fotografie, planimetrie, rivela la città com'era e come non è più.

Certo, per quanto manchi un museo di storia cittadina, tracce di questa Napoli esistono ben fuori dal virtuale, basti pensare all'Archivio Carbone che in questi giorni presenta la mostra La pellicola di Napoli, ma quello che succede sui social network è che a comporre la mappa della città nell'atto di diventare altro da sé, sono i suoi stessi abitanti. La memorabilia del prima e del non ancora, non così, messa insieme da persone nel qui e ora: Napoli con il pezzo che oggi manca a volte perché cadente è una città in cui tutti gli scorci sono belli, i panorami incontaminati, e i progetti funzionali. Viene voglia di viverci e, al contempo, ne abbiamo nostalgia come di un amore che non andava da nessuna parte e forse, chissà, proprio per questo, è rimasto pensiero fisso. 

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Il Mattino