Quelle pedane sul mare, tra sogno e realtà

Ma serve un traghettatore: il finanziatore privato e magnanimo

Il presidio per le spiagge libere davanti alla sede del consiglio comunale di Napoli
Sul lungomare Caracciolo, un'idea così brillante da sembrare un miraggio: mille metri quadrati di pedane solarium, oasi per cultori della tintarella e dell'ozio....

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Sul lungomare Caracciolo, un'idea così brillante da sembrare un miraggio: mille metri quadrati di pedane solarium, oasi per cultori della tintarella e dell'ozio. Immagina: tendaggi che fluttuano, servizi più igienizzati del bagno di una pulitona di TikTok, il mare che non solo odora davvero di mare e non di fritto, ma che può essere persino raggiunto con apposita discesa. Una visione. Un progetto. Dietro, non un solo cervello, ma un intero dipartimento: quello di Architettura dell'Università Federico II di Napoli, diretto dal professor Michelangelo Russo. No alle scogliere frangiflutti, sì alle passerelle di legno ultra-leggero, chic, comode, ecosostenibili e a costo contenuto: siamo sempre a Napoli e ci dobbiamo fare i conti in tasca.

Sulla carta, tutto è bell'e pronto: si attende presentazione ufficiale, il classico giro di valzer burocratico, ma in Comune se ne parla già. Il sogno è restituire il mare alla città, ma tra sogno e realtà... c'è di mezzo proprio il mare. Serve un traghettatore: il finanziatore privato e magnanimo. Sì, gli sguardi all'orizzonte ci sono, specialmente dagli hotel dirimpetto. Ma tra guardare e investire, c'è una bella differenza. E anche un altro paio di questioni: chi sorveglia mille metri di pedane solarium? Chi controlla i bagnanti, i commerci, la pulizia, varie ed eventuali? Cittadini e turisti attendiamo risposta, nella speranza di non dover più rischiare di strafacciarci su uno scoglio, scatenando le risa dei ragazzini del Pallonetto. 

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Il Mattino