De Laurentiis, Manfredi e la guerra del Maradona

Le pagelle della settimana di Vittorio Del Tufo

De Laurentiis al Premio Campania Felix
5 «Lo stadio non si vende» «Se il sindaco juventino mi venderà lo stadio, in un anno lo faccio...

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5

«Lo stadio non si vende»

«Se il sindaco juventino mi venderà lo stadio, in un anno lo faccio diventare il più bello d’Italia. Ma se i consiglieri odiano il Napoli, andremo altrove». Parole come randellate sui denti, quelle del patron del Napoli Aurelio De Laurentiis. Sindaco e consiglieri comunali le hanno gentilmente rispedite al (livoroso) mittente: «Lo stadio non è in vendita! Se proprio vuole, De Laurentiis faccia un’offerta per la gestione». Affettuosità tra amici.

 

6

Centro storico, sfida Unesco

Diceva Mark Twain: mai rimandare a domani ciò che puoi fare benissimo dopodomani. Nei giorni del grande raduno a Napoli dei delegati Unesco - e davanti alle desolanti immagini del centro storico, con decine di monumenti in gabbia, lavori lumaca e opere d’arte eternamente imprigionate dai ponteggi - torna d’attualità l’aforisma del grande scrittore americano: perché completare i lavori nella data prefissata quando puoi benissimo rinviarli a data da destinarsi? È il paradigma del “traguardo mobile”: troppi ritardi per una grande capitale della cultura che si candida a diventare anche capitale del turismo internazionale. Ma Napoli, in questi giorni, ha avuto il merito di portare sul tavolo dell’Unesco le nuove e grandi questioni legate al sovraffollamento dei luoghi turistici e al rischio del loro progressivo snaturamento. Prima di essere patrimonio Unesco il centro storico è un patrimonio della nostra memoria: teniamocelo stretto.

4

Nel suk comandano i violenti

La bellezza salverà il mondo, ma forse anche no. Di certo i progetti avveniristici affidati in passato a prestigiosi architetti, come Dominique Perrault, non hanno salvato la zona di piazza Garibaldi da un degrado che sembra inarrestabile. Nessun incantesimo, e nessun restyling, sono serviti finora a cancellare il degrado, i bivacchi, gli accoltellamenti e le risse. Lunedì l’ultimo episodio, all’interno della stazione: due agenti feriti a coltellate da un immigrato che brandiva un pugnale tra la folla dei passeggeri. 

 

5

De Luca alle grandi manovre

Contrordine compagni, i Cinquestelle non sono più delle mezze pippe. La nobile espressione era stata adoperata dal governatore De Luca nei furibondi anni della sua avversione alla triade Conte-Fico-Di Maio. Ma ora il vento sta cambiando, De Luca ha bisogno di nuove alleanze per avanzare trionfante verso il terzo mandato: avrebbe pertanto deciso di stringere un patto con il capo grillino e tagliare fuori i pentastellati ostili alla sua corsa. È la politica, bellezza. Pippe o non pippe, resteremo a Santa Lucia. 

 

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Il Mattino