Bellezza e scippi, il pacchetto Napoli resiste

Bellezza e scippi, il pacchetto Napoli resiste
In centro, ho assistito a una scena teatrale tra due napoletani. Ne ho riso, ma non era niente a cui questa città non mi abbia abituato. Mi ha colpito, invece, la reazione...

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In centro, ho assistito a una scena teatrale tra due napoletani. Ne ho riso, ma non era niente a cui questa città non mi abbia abituato. Mi ha colpito, invece, la reazione dei turisti presenti. Dicevano di quanto Napoli fosse proprio come raccontata in tv e nei romanzi. Erano stati sul lungomare, a vedere il Cristo Velato e il rione dell'Amica Geniale, il panorama da San Martino e i vicoli del centro storico. Si erano confusi tra la folla vociante e, ascoltando canzoni diffuse da un balcone della Sanità, avevano gustato ottimo cibo a buon mercato. E poi quella scenetta: una conferma che ricordava Troisi. Ma tra le esperienze compariva anche qualcosa che non ci fa onore: un tentativo di scippo. I turisti, come in un film dei Manetti Bros, ne sorridevano: per lo scampato pericolo, ma anche perché a loro dire, scherzando a questo modo il pacchetto Napoli era completo. Mi sono dunque chiesta se esiste una Napoli fuori da questa bella confezione.

Cosa, della nostra città, non è stato ancora mostrato, nessuna foto o post sui social, nessun video di TikTok a dirci tutti i posti da vedere o in cui mangiare, nessun film o serie, non un romanzo, un saggio? Secondo Joan Didion, noi ci raccontiamo storie per poter vivere, ma se a Napoli viviamo dentro una storia continuamente raccontata, zeppa di sfaccettature, bellezze e vergogne e imprese, il timore è che qualcuno finisca, come si finisce un libro, una città: la nostra. 

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Il Mattino