Una bandiera anche per chi non c'è più

Prima di questo campionato, non guardavo una partita del Napoli da tempo

È tutto pronto per la festa scudetto
Tra tanti striscioni, un paio mi hanno aperto le tasche degli occhi, mi sono ritrovata ad asciugarmeli sorridendo. Il primo sta ai Quartieri Spagnoli: «E mo' comme...

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Tra tanti striscioni, un paio mi hanno aperto le tasche degli occhi, mi sono ritrovata ad asciugarmeli sorridendo. Il primo sta ai Quartieri Spagnoli: «E mo' comme c''o raccont' o' nonno». L'altro l'ho visto sui social, dice dell'attesa, del sogno e di chi non c'è più: «Chesta festa è pure pe' vvuje». Prima di questo campionato, non guardavo una partita del Napoli da tempo e cioè dall'ultima volta in cui ho potuto parlarne con mio padre. Ho cancellato come andò in campo allora: vincemmo, perdemmo o pareggiammo, non lo so. So che alla giocata successiva lui se n'era già andato e io, tornata alla vita quotidiana, non riuscii a tornare alla partita. Monca di qualcuno verso cui voltarmi, dire: «Hai visto che ha fatto?», la stagione di tifosa mi sembrò conclusa insieme a quella di figlia. Per vincere la mancanza giocai in difesa, ma ignoravo di quante piccole mine fosse disseminato il campo dell'assenza di una persona a cui hai voluto bene.

È da settembre che queste cariche saltano in me ad ogni gol. Ora che gli Ultras Napoli 1972 invitano a festeggiare con due bandiere una personale e l'altra per chi non c'è più mi viene in mente Libero Bovio. Scriveva: «Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia». E chissà, forse noi che aspettiamo domani pensando a ieri, più che piangere goccioliamo cielo: sotto sta succedendo qualcosa di lungamente atteso eppure inimmaginabile, sopra tutto quello che non può più succedere, accade comunque. È quasi scudetto papà, he' visto?! 

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Il Mattino