Sottosuolo, quando il rischio è invisibile

Un giorno come un altro una voragine si apre sulla strada

Voragine al Vomero
Un giorno come un altro una voragine si apre sulla strada. Caos, paura, fortunatamente nessuna vittima, moltissimi sfollati. Le cronache riportano i disagi, i social danno la...

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Un giorno come un altro una voragine si apre sulla strada. Caos, paura, fortunatamente nessuna vittima, moltissimi sfollati. Le cronache riportano i disagi, i social danno la presa diretta, ma quanto accaduto non è solo un fatto, un guaio. È storia, e si ripete. Da troppo.

Nel 1977 il tema era già così forte che dal crollo vero partiva l'invenzione di un romanzo: “Malacqua” di Nicola Pugliese. Nel 2001, dai continui buchi nella terra muoveva l'indagine giornalistica di Nora Puntillo con “Le catastrofi innaturali”. Nel 2021, a seguito di un cedimento alla Sanità, il geologo Calcaterra spiegava: negli ultimi 10 anni a Napoli sono state censite 160 voragini, quasi quante ne sono state registrate in 100 anni. Gli interrogativi sono dunque almeno tre: il primo riguarda il sottosuolo napoletano, con i suoi problemi tra cui il vuoto; il secondo, la superficie cittadina, appesantita e senza controllo; il terzo, la mole di notizie e storie in merito che stanno lì da decenni e sembra non accrescano consapevolezza negli amministratori.

Le voragini del Vomero a via Morghen, a via Solimena e via Kerbaker non sono le prime e, probabilmente, neppure le ultime; ci ribadiscono però una cosa che sapevamo già e che è comunque capace di trovarci impauriti: se a Napoli il fatto improvviso diventa una costante, è giusto o possibile che ai cittadini non vengano offerte neppure delle scuse? Una buona occasione potrebbe essere la manifestazione di domani alle ore 11 in piazza Vanvitelli.

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Il Mattino