Sottosuolo, quando il rischio è invisibile

Un giorno come un altro una voragine si apre sulla strada

Voragine al Vomero
Voragine al Vomero
di Raffaella R. Ferré
Sabato 2 Marzo 2024, 09:09
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Un giorno come un altro una voragine si apre sulla strada. Caos, paura, fortunatamente nessuna vittima, moltissimi sfollati. Le cronache riportano i disagi, i social danno la presa diretta, ma quanto accaduto non è solo un fatto, un guaio. È storia, e si ripete. Da troppo.

Nel 1977 il tema era già così forte che dal crollo vero partiva l'invenzione di un romanzo: “Malacqua” di Nicola Pugliese. Nel 2001, dai continui buchi nella terra muoveva l'indagine giornalistica di Nora Puntillo con “Le catastrofi innaturali”. Nel 2021, a seguito di un cedimento alla Sanità, il geologo Calcaterra spiegava: negli ultimi 10 anni a Napoli sono state censite 160 voragini, quasi quante ne sono state registrate in 100 anni. Gli interrogativi sono dunque almeno tre: il primo riguarda il sottosuolo napoletano, con i suoi problemi tra cui il vuoto; il secondo, la superficie cittadina, appesantita e senza controllo; il terzo, la mole di notizie e storie in merito che stanno lì da decenni e sembra non accrescano consapevolezza negli amministratori.

Le voragini del Vomero a via Morghen, a via Solimena e via Kerbaker non sono le prime e, probabilmente, neppure le ultime; ci ribadiscono però una cosa che sapevamo già e che è comunque capace di trovarci impauriti: se a Napoli il fatto improvviso diventa una costante, è giusto o possibile che ai cittadini non vengano offerte neppure delle scuse? Una buona occasione potrebbe essere la manifestazione di domani alle ore 11 in piazza Vanvitelli.

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