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È la costa la più violentata. Dalla Divina al Cilento, il mattone selvaggio la fa da padrone. E lo fa in due territori vincolati: l’uno dalle norme regionali dettate dalle condizioni del terreno dissestato, l’altro da divieti dell’Ente Parco e della Soprintendenza archeologica. Sono di ieri gli ultimi due interventi: la denuncia di un uomo che ha realizzato una terrazza a Positano, senza alcuna autorizzazione, e quello di un ristorante in ristrutturazione ed ampliamento all’interno dell’area archeologica di Paestum, in via Tavernelle. In entrambi i casi sono scattate denunce e sequestri. Ma sono soltanto l’ultimo esempio di una vasta attività di controllo disposta dal comando provinciale di Salerno, agli ordini del colonnello Gianluca Trombetti, e coordinata dalla procura.
Dal 2018 al 2020 ad un incremento dei controlli da parte dell’Arma è corrisposto un aumento dei reati di abusivismo edilizio abbastanza importante. Basti pensare che si è partiti nel 2018 con 400 verifiche che hanno prodotto 300 rilevazioni di abusi e si è giunti al 2020 con 450 controlli e circa 380 illeciti accertati. I dati più importanti, in Costiera amalfitana, da sempre nel mirino degli investigatori ma negli ultimi due anni colpita anche da importanti episodi franosi che hanno riportato alla luce il problema. Anche in questa circostanza parlano i numeri. Nei primi due mesi dell’anno in corso, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nella sola Costiera amalfitana c’è stato un incremento di abusi edilizi del 35%. Tradotto in operazioni giudiziarie, 12 sequestri tra gennaio e febbraio 2021 rispetto ai sette dello stesso bimestre del 2020. E non meno «importanti» i numeri a livello provinciale: tra il 2018/2019 l’incremento dell’abusivismo edilizio era del 5%, nel 2019/2020 ha quasi raggiunto la soglia del 7%.
Passando dalla Costiera amalfitana a quella cilentana cambiano anche le tipologie di reato. Se nella Divina si effettuano spesso interventi fai da te, con assenza totale di autorizzazioni e di tecnici, in quella cilentana è stato registrato un caso in cui era stata data una attestazione di compatibilità ambientale non vera proprio dall’ufficio tecnico comunale. È accaduto a Santa Maria di Castellabate (nella foto) in area protetta dall’Ente Parco del Cilento e Vallo di Diano. I titolari di un campeggio hanno pensato bene di «allargare» la propria struttura e creare servizi accessori sulla spiaggia in violazione di qualsiasi norma. È accaduto in zona Lago e la struttura sequestrata dagli uomini del capitano Fabiola Garello, era di oltre 500 metriquadrati. Quattro, in quella circostanza, le persone denunciate. Uno dei casi più eclaatanti im Costiera amalfitana, invece, è stato agli inizi del mese di marzo, il sequestro di un’area di circa 150 metri quadrati oggetto di opere totalmente abusive: sbancamento di terreno, terrazzamenti, scalinate e passaggi pedonali oltre ad una casetta prefabbricata in legno che ospitava animali. Il proprietario dell’area è stato denunciato. Proprio a luglio dello scorso anno tra Praiano e Positano si verificarono una serie di frane a mare a causa di lavori abusivi ad alcune ville della zona.
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