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La Corte di Cassazione non ha riconosciuto la premeditazione a carico di Maurizio Raimo, difeso dall’avvocato Pierluigi Spadafora, il cui fascicolo per tentato omicidio, viene spedito alla Corte d’Appello di Napoli per una riformulazione della sentenza. La seconda. In primo grado era stato condannato a 10 anni di reclusione, diventati poi in Appello sette anni e sei mesi di reclusione a causa del ribaltamento della perizia psichiatrica disposta in primo grado riconoscendo all’imputato il vizio parziale di mente. Ora i giudici napoletani dovranno «ratificare» la decisione della Cassazione e, sulla base della nuova formulazione dei capi di imputazione, rideterminare anche la pena.
La storia di Raimo è una storia (purtroppo molto comune) di un marito che non accetta la separazione dalla moglie e che continua a ritenere quella la «sua donna».
La Corte di Cassazione, invece, non ha riconosciuto la premeditazione anche se bisognerà attendere la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Napoli per capire le motivazioni dei giudici ermellini. Intanto all’area compresa tra Pontecagnano e Battipaglia resta ancora un triste primato: quello di contare diverse vittime di violenza di genere. Soltanto a Pontecagnano Faiano, nel giro di un anno, sono state uccise due giovanissime donne: Anna Borsa, trucidata dal suo e x fidanzato nel salone di parrucchiere nel quale lavorava, e Marzia Capezzuti, una ragazza con qualche problema psichico ospita a casa della famiglia del suo ex fidanzato, uccisa per appropriarsi della sua misera pensione di invalidità.
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