Sesso virtuale con minorenni ​usando un falso profilo: arrestato

Sesso virtuale con minorenni usando un falso profilo: arrestato
BARONISSI. Avrebbe adescato o tentato di adescare ragazze di età minore, attraverso il computer, riuscendoci anche a scambiare materiale pornografico. Un giovane di...

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BARONISSI. Avrebbe adescato o tentato di adescare ragazze di età minore, attraverso il computer, riuscendoci anche a scambiare materiale pornografico. Un giovane di Baronissi è finito agli arresti domiciliari, a seguito di una notifica di misura cautelare firmata dal gip del tribunale di Trento. Il ragazzo è accusato di atti sessuali verso un numero elevato di ragzze minorenni, ma anche di aver prodotto e scambiato materiale pedopornografico con le stesse. Stando all'impianto accusatorio, sul quale il ragazzo sarà interrogato nei prossimi giorni, l'indagato avrebbe utilizzato un profilo fasullo iscrivendosi al social "Instagram", per poi chattare con diverse ragazze sotto i 18 anni. Il processo di conoscenza con le stesse era finalizzato - pare - sempre al medesimo obiettivo: convincerle a fare sesso virtuale, a spogliarsi, a scambiare foto e video dal contenuto "hot", attraverso l'inganno. L'indagine della polizia postale era partita dopo la denuncia del padre di una delle vittime, anch'ella minorenne, insospettito da alcuni elementi ritrovati sul cellulare e computer della ragazzina.

Poi le indagini, con la polizia postale di Salerno che era riuscita a risalire al ragazzo, destinatario poi di una perquisizione in casa. E sequestro, contestuale, di materiale pedopornografico. L'inchiesta prosegue ora per individuare tutte le vittime presunte del giovane, oltre una cinquantina, per poi definire con riscontri e accertamenti la "rete" che il ragazzo avrebbe creato con le minorenni, in buona parte residenti al Nord Italia. Una delle ultime operazioni della polizia postale di Salerno, anche stavolta decisiva grazie ad attività tecniche specifiche, aveva portato a giugno scorso all'arresto di un 55enne della provincia di Salerno, che aveva divulgato e detenuto materiale pedopornografico. Anche in quel caso, così come per il giovane dell'Irno, l'indagato avrebbe utilizzato falsi account e partecipato ad una rete internazione dedita allo scambio di materiale pedopornografico, tra cui video di violenze raccapriccianti su neonati. 

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Il Mattino