«Marescià... scrivete sempre, scrivete sempre... ma lo sapete che la vita è breve... si muore... cercate di fare il bravo». E' soltanto una delle...
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Per questo motivo la procura Antimafia di Salerno ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari non soltanto venticinque provvedimenti cautelari ma anche il riconoscimento, per tutti gli indagati, dell'associazione di stampo mafioso. Per la prima volta per un gruppo non italiano ma nomadi.
Ed erano proprio i diversi campi rom sparsi in alcuni regioni italiane a rappreesentare la base logistica del gruppo dedito alle rapine in gioielleria. Le indagini hanno documentato come il gruppo fosse dedito all’esecuzione di furti con destrezza ai danni di negozi, furti all’interno di autovetture e all’utilizzo indebito delle carte di credito asportate.
E anche estorsione nei confronti degli operatori commerciali ed imprenditori agropolesi. E, per ripulire il denaro, utilizzavano una finta società attraverso operazioni di home banking. Il gruppo aveva anche preso di mira un funzionario comunale che metteva "sotto pressione" per far assumere componenti della famiglia nelle cooperative inserite nel ciclo della raccolta dei rifiuti.E, se la mansione che veniva data loro non piaceva, tornavano a minacciarlo per ottenere altri compiti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino