È giallo sul raid al bar ad Albanella: «picchiati per sfregio» ma manca la denuncia

Il figlio della donna aggredita: «Puniti per il furto andato male». Militari al lavoro su altre piste. Sos di Josca a prefetto e questore

I militari al lavoro
Sarebbero stati identificati ma risulterebbero ancora irreperibili i due extracomunitari che sabato sera, ad Albanella, hanno aggredito con mazze e martelli, Santino Guerra 50enne...

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Sarebbero stati identificati ma risulterebbero ancora irreperibili i due extracomunitari che sabato sera, ad Albanella, hanno aggredito con mazze e martelli, Santino Guerra 50enne e la sua compagna, entrambi di Altavilla Silentina. Sull’episodio prosegue l’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno e svolta dai Carabinieri della Compagnia di Agropoli diretti dal capitano Giuseppe Colella. Dagli accertamenti eseguiti fino ad ora non risulta, quale movente dell’aggressione, una denuncia per furto sporta dalle vittime. Per il figlio della donna, Angelo Sabia, quella dei tre immigrati sarebbe stata una spedizione punitiva. «Agli inizi della scorsa settimana - racconta il ragazzo, sconvolto per l’accaduto - il compagno di mia madre ha sventato un tentativo di furto che i due extracomunitari che lo hanno aggredito volevano mettere a segno nella sua abitazione situata al di sopra della falegnameria di sua proprietà». Ma sul tentato furto ai carabinieri non risulta alcuna denuncia, motivo per cuo non sono escluse altre ipotesi. Dall’ospedale Cardarelli arrivano notizie rassicuranti. Le condizioni del 50enne sono migliorate, i medici hanno sciolto la prognosi, e già oggi potrebbe tornare a casa mentre la compagna ha già lasciato l’ospedale di Vallo. I due magrebini, in compagnia di un terzo connazionale, hanno colpito entrambi con inaudita violenza. La vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, ha turbato la comunità locale. Da più parti arriva l’appello affinché sia potenziata la presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Il sindaco di Albanella Renato Josca ha inoltrato una lettera al prefetto, al questore e al Comando provinciale dei carabinieri

«Le modalità del fatto e soprattutto il movente - scrive il primo cittadino - devono essere accertati dalle autorità con indagini urgenti. Questo è ciò che chiedono tutti i cittadini della nostra comunità. Ma non basta.  È necessario prevenire la violenza assicurando la percettibile presenza delle forze dell’ordine. L’azione di prevenzione non può essere episodica e simbolica, lo dimostrano i fatti di Caivano. L’azione di prevenzione deve essere programmata ricercando sempre la vigilanza e la partecipazione della cittadinanza.

È dovere di tutti cittadini rappresentare alle forze dell’ordine situazioni di pericolo ma è ancora più pressante il dovere delle istituzioni di concepire ed attuare un effettivo controllo del territorio. Qualunque ritardo da parte degli organismi competenti accresce l’allarme della cittadinanza che è in attesa di risposte».
 

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Il Mattino