SALERNO - «Non è stata una buona idea andare alla finestra. Nella mia vita non ho mai visto una roba del genere: la parola più adatta per descrivere tutto...
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«Stavamo lavorando regolarmente nel laboratorio dell’istituto – racconta - Mi è sembrato di sentire di sentire un rumore, ma non avrei mai pensato a un attentato. Poi ha chiamato un amico che aveva appena saputo dell’accaduto per chiedere come stavamo. Solo a quel punto siamo corsi alle finestre». Alessia e i suoi colleghi lavorano al quarto piano del St Thomas’ Hospital, proprio di fronte al ponte preso di mira. «Non siamo a piano terra ma si vede tutto molto bene, purtroppo. Ho sbagliato ad affacciarmi», ribadisce mentre guarda verso il luogo dell’attentato. Lì, nell’ospedale, Alessia e i colleghi le notizie le leggono on line. Sono blindati. E isolati. Cercano di capire chi e come abbia potuto dar vita alla terribile scena che si mostra ai loro occhi. «Vedo quello che è successo a metà del ponte. Non riesco a vedere, invece, quanto accaduto all’ingresso principale del Parlamento». Alessia narra di una «una marea immensa di ambulanze dell’ospedale», lo stesso in cui presta servizio. Lo stesso che sta accogliendo i feriti. E descrive «un dispiegamento di forze dell’ordine mai visto in vita mia, autobus turistici fermi e vuoti, automobili abbandonate sul ponte».
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Il Mattino